Da mezzo secolo è la testimonial iconica di Sydney: l’Opera House è oggi la destinazione turistica numero uno in Australia

Giuseppe Botti
Da mezzo secolo è la testimonial iconica di Sydney. Così come per la Torre Eiffel di Parigi, la Torre di Pisa, il Big Ben di Londra o la Sirenetta di Copenaghen, la Sydney Opera House è l’emblema della metropoli lungo la costa del Mar di Tasman, nel sud-est dell’Australia. E comunque non solo del Paese dei canguri: è uno degli edifici più iconici del mondo, un capolavoro architettonico e un vivace spazio per spettacoli. È un luogo dove il passato plasma il futuro, dove le convenzioni vengono sfidate e le culture vengono celebrate.
(TurismoItaliaNews) E’ lì da mezzo secolo, ma è come se ci fosse da sempre, tanto si identifica con la città per la quale è stata pensata. Come uno degli edifici più iconici del ventesimo secolo, la Sydney Opera House ha aperto nuove strade al design e all'ingegneria in tutto il mondo. Per citare l’architetto americano Frank Gehry, “ha cambiato l’immagine di un intero Paese”, così quando te la trovi di fronte non puoi fare a meno di immergerti nella sua storia e quindi anche in una nuova era di scoperta culturale e coinvolgimento della comunità. Sono trascorsi più di cinquanta anni da quando la Regina Elisabetta II – era il 20 ottobre 1973 - ha inaugurato ufficialmente l'edificio. Acclamato ovunque e riconosciuto come capolavoro, questo straordinario complesso porta la firma dell'architetto danese Jørn Utzon (1918–2008), a cui venne assegnato il progetto nel 1957 in seguito un concorso internazionale di progettazione. La sua posizione prominente su Bennelong Point è una risposta efficacissima alla spettacolare prospettiva del porto.
La storia. La costruzione è iniziata nel 1959, mentre Utzon e un team di architetti e ingegneri “esploravano” le soluzioni tecnologiche ed architettoniche per realizzare il tetto a forma di conchiglia del Teatro dell’Opera, affiancati per i calcoli strutturali dalla società di ingegneria londinese Arup. Tra il 1958 e il 1962, il design della copertura si è evoluto attraverso varie forme: parabolico, ellissoidale e, infine, la geometria sferica che ha formato così brillantemente i gusci, tanto da essere considerata una pietra miliare nell'architettura contemporanea. Sebbene il progetto di Utzon sia stato applaudito ed osannano, non sono mancate (come quasi sempre accade) polemiche e controversie, soprattutto in ordine ai tempi e ai costi del progetto, tanto che ancor prima della fine dell’intervento il suo creatore ha dovuto abbandonare. Con l’architetto australiano Peter Hall (1931–95) chiamato a subentrare in corsa ed assumersi l'enorme compito di completare il progetto. La stima del costo originale era di 7 milioni di dollari; il costo finale è stato di 102 milioni di dollari, in gran parte pagato con i proventi di una lotteria statale. Il cantiere è andato avanti per 14 anni ed ha coinvolto ben 10mila operai edili. Neanche a dirlo, oltre ad essere un'icona architettonica, oggi l'Opera House è la destinazione turistica numero uno in Australia.
Il tour. La visita guidata della Sydney Opera House è dunque imperdibile. Si possono visitare alcuni dei numerosi luoghi e teatri che lo compongono (anche se, essendo un centro di arti dello spettacolo molto frequentato, gli spazi sono soggetti a disponibilità al momento del tour). La suggestione più grande, oltre a conoscerne i segreti architettonici, è quella di vederla da dietro le quinte attraverso un itinerario pensato per piccoli gruppi. Ci si avventura nel backstage lungo i corridoi fino agli spazi per le prove, nella fossa dell’orchestra prima di gustare la colazione nell'esclusiva Green Room degli artisti.
L’anniversario. I cinquanta anni della Sydney Opera House sono stati celebrati dall’Australia con l’emissione di due francobolli da 1,20 e 3,00 dollari che mettono in risalto l’architettura del complesso attraverso due fotografie ravvicinate, una del lato nord e l'altra del prospetto ovest.
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