Cacciano, nel borgo dei murales artistici la bellezza della street art fa pendant con i colori dell’Appennino marchigiano
Giovanni Bosi, Cacciano / Marche
Arrivare in un pomeriggio assolato a Cacciano consente di innamorarsi subito di questo borgo adagiato sulle pendici del Monte Maggio. Se le Marche dei mille campanili e delle colline pettinate non finiscono mai di stupire, qui siamo in mezzo all’Appennino, verdissimo e niente affatto aspro, pronto a fare pendant con l’azzurro del cielo. In questa cornice dall’incredibile bellezza, il vero valore aggiunto di Cacciano, nel Fabrianese, sono i colori dei murales che anno dopo anno impreziosiscono le facciate delle sue casette.
(TurismoItaliaNews) Vicino allo svincolo della statale 318, la Perugia-Ancona, è un piccolo cartello stradale a fare da “civetta”. E il richiamo funziona grazie alla scritta “murales”. In effetti, più che ad una ragionata azione promozionale, è il tam tam a funzionare per condurre quassù, dopo qualche tornante, i più curiosi e gli appassionati della street art. E che street art. Il valore degli artisti che a Cacciano si mettono alla prova, è decisamente ai massimi livelli. Così, oggi questo è per antonomasia il “paese dei murales artistici”. Il colpo d’occhio lo conferma e stradina dopo stradina, si mette a fuoco l’itinerario che conduce alla scoperta delle gigantesche pitture dai soggetti più disparati.
Al bar del paese ci consegnano la piantina che evidenzia come i murales siano spalmati per tutta la lunghezza del borgo; attualmente se ne annoverano 44, ma il numero cresce progressivamente. Anzi, al nostro arrivo ci rendiamo conto che sono almeno già 45, perché un artista sta completando la sua opera. Federico Zenobi, di Jesi, è il giovane direttore artistico dell’operazione murales, iniziata una quindicina di anni fa, “grazie ad alcuni pittori locali che hanno iniziato a disegnare e colorare i muri del borgo”. Fino a farlo diventare un museo a cielo aperto. E conseguentemente un’attrazione.
Strada dopo strada, slargo dopo slargo, facciata dopo facciata, scorcio dopo scorcio, è possibile “leggere” le fasi temporali dello sviluppo di questa galleria d’arte: dai primi murales ormai sbiaditi e a volte realizzati su supporti, a quelli più maestosi e curatissimi, che rendono i loro autori non meno apprezzabili di famosi street-artist internazionali. I nomi più ricorrenti, in base alla “guida volante” che ci è stata messa a disposizione, oltre a quello di Federico Zenobi (il più attivo), sono quelli di Corrado Caimmi, Nicola Canarecci, Adriana Gigliarelli, Concetta Callari, Arnaldo Pauselli e molti altri. Le lavandaie, il paesaggio, la mietitura, il pascolo, il mulino, il ritorno dal lavoro nei campi, il ritorno dal bosco, il falciatore, i girasoli, il mito di Leda e i cignom lo spaventapasseri, il pascolo, la fornaia, la portatrice d’acqua, gli alberi, la volpe tra i fiori, sono soltanto alcuni dei titoli e quindi dei soggetti dei murales.
Immagini iconiche e romantiche, retaggio delle tradizioni e del patrimonio culturale e “genetico” di Cacciano. La cui origine si perde nella notte dei tempi, già nel periodo longobardo era un castello a cui era affidato compito di sorvegliare gli spostamenti tra Marche ed Umbria, tramite i passi di Valsorda e Valmare. Peraltro siamo a due passi da Fabriano, la città delle carta, Città Creativa dell'Unesco nella categoria “Artigianato, arti e tradizioni popolari”.
Cacciano è una frazione del Comune, ma ormai ha spiccato il volo da solo. “Stiamo pensando di creare, già dal prossimo anno, un festival degli artisti che porti qui anche giocolieri e altri interpreti delle arti e quindi non solo della pittura - anticipa Federico Zenobi – il nostro è di continuare ad arricchire il paese di altri murales che raccontino volti, scene anche bucoliche e tradizioni del borgo”. Insomma c’è sempre un buon motivo per venire a fare due passi in questo originale paese…