E’ il quinto centenario di Cosimo I de’ Medici, padre della Toscana moderna: “Guardare sempre avanti, ma con prudenza” il suo motto. C'è il francobollo

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Eugenio Serlupini, Firenze

E’ considerato il padre della Toscana moderna, nato esattamente il 12 giugno di 500 anni fa, nella movimentata Firenze governata dai Medici, ma animata ancora da spirito repubblicano che invocava le libertà comunali. Lui è Cosimo I de’ Medici, che per tutta la vita ha perseguito l’obiettivo di trasformare il Ducato fiorentino in un vero e proprio Stato con sovranità. L’Italia lo celebra anche con l’emissione di un francobollo che lo raffigura con un’opera del Bronzino della Bottega di Alessandro Allori.

 

(TurismoItaliaNews) Firenze con Cosimo I de’ Medici è riuscita davvero a diventare una solida istituzione e un punto di riferimento del suo tempo. Un sogno raggiunto con abilità, allargando i confini fiorentini al territorio di Siena e alla Maremma, investendo nella realizzazione di moderne opere civili, fortificazioni militari, bonifiche, costruendo solide relazioni internazionali con la Spagna guidata prima dall’imperatore Carlo V, quindi dal re Filippo II.

“La Toscana, e con essa l’Italia, trovarono in Cosimo la spinta per una modernizzazione e un’evoluzione economica, culturale, sociale che 500 anni dopo è evidente agli occhi della storia”. commenta Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale della Toscana nel presentare il francobollo che celebra il quinto centenario della nascita. All’età di cinquant’anni Cosimo I dei Medici ebbe finalmente la legittimazione a Granduca e quindi Capo di Stato, con Bolla Pontificia di Papa Pio V del 27 agosto 1569: si costruì così una sovranità di Toscana che a poco a poco assorbì in età napoleonica quei possedimenti spagnoli che facevano parte dello Stato dei Presidi (Argentario, Orbetello, Porto Longone), nella prima metà del ‘600 territori dell’antica Etruria come Pitigliano, Sorano e Sovana, o la vicina capitale degli Aldobrandeschi, Santa Fiora, acquistò dalla Spagna Pontremoli nel 1650 e dal 1847, il Ducato di Lucca.

“Cosimo I dei Medici è stato quindi il primo attore di un processo di costituzione della Toscana che arriva nel 1861 all’Unità d’Italia, con territorio e identità che la rende unica regione italiana, fra le venti oggi presenti, che ha una storia unitaria continua da 450 anni. Se Lorenzo il Magnifico fu l’uomo della cultura e del mecenatismo nei più dei 300 anni di storia medicea, Cosimo I fu lo ‘statista’ che rese organico e solido il dominio assicurando benessere, apertura intellettuale, vitalità a una Toscana che ne trova riflessi fino ad oggi” aggiunge Eugenio Giani.

Il suo motto era “Festina Lente” presente in iconografie varie, con una tartaruga con sopra un albero con la vela. Significava “guardare sempre avanti, ma con prudenza”, rappresentato dal moto lento e sicuro della tartaruga e dall’energia del vento nella vela. Con Cosimo I dei Medici collaborarono personalità come Giorgio Vasari, scrittore, pittore, costruttore, o Vincenzo Borghini, letterato, filosofo, erudito, come storici quale Benedetto Varchi, architetti e scultori fra i migliori quali Bernardo Buontalenti, Bartolomeo Ammannati e pittori come Bronzino o Alessandro Allori. Cosimo I impresse orgoglio, dignità, acume italiano nelle lotte fra grandi potenze quali Spagna e Francia nel XVI secolo, trasformando la capitale Firenze in una città europea grazie al radicale rifacimento di Palazzo Vecchio, alla costruzione dell’edificio oggi utilizzato per la Galleria degli Uffizi, all’acquisto e nuova ristrutturazione a Reggia di Palazzo Pitti, collegando i presidi di qua e di là d’Arno con il geniale Corridoio Vasariano, per quasi 1 km in sospensione fra case, torri e palazzi, riallineando il profilo del Ponte Vecchio.

Il francobollo. Ha una tiratura di due milioni e cinquecentomila esemplari in fogli da quarantacinque, con valore della tariffa B pari a 1,10 euro ed è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato in rotocalcografia. La vignetta riproduce, in primo piano, un ritratto di Cosimo I de’ Medici, replica di un’opera del Bronzino della Bottega di Alessandro Allori (seconda metà del XVI secolo) di proprietà del Museo Casa Siviero di Firenze, esposta temporaneamente nel Palazzo del Pegaso, sede del Consiglio Regionale della Toscana e, sullo sfondo, una raffigurazione pittorica della “Tartaruga con vela”, che Cosimo I associò al motto Festina lente (affrettati lentamente), facendone il suo emblema, presente all’interno della Sala degli Elementi di Palazzo Vecchio di Firenze.

Per Domenico Tudini, presidente dell’Istituto poligrafico e zecca dello Stato, “il fatto che lo Stato abbia deciso di dedicare il francobollo a questa commemorazione è cosa molto importante”. Secondo il presidente “questa è un’iniziativa giusta per far tornare alla mente di tutti la memoria di un grande personaggio per Firenze, la Toscana e per l’Italia”. In primo piano anche lo sforzo, la tensione artistica e culturale per riuscire a rendere “qualcosa che possa rievocare emozioni”, e “dare risalto a un evento, una commemorazione, un luogo”. Un modo insomma per considerare il francobollo non solo come strumento a pagamento di un servizio.

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