L’Italia sceglie il maxi Albero di Natale di Gubbio e la vetrata della Natività del Duomo di Firenze per i tradizionali francobolli
Eugenio Serlupini, Gubbio / Umbria
E’ il più grande del mondo e svetta sulla splendida città medievale dell’Umbria adagiato sulle pendici del Monte Ingino. E’ l’Albero di Natale di Gubbio, scelto dall’Italia come soggetto del francobollo per il Santo Natale 2023. La coppia di dentelli postali per la tradizionale emissione è completata dalla vetrata della Natività disegnata da Paolo Uccello e realizzata dal vetraio Angelo Lippi intorno al 1443 per la Cupola di Brunelleschi del Duomo di Firenze. I due francobolli in circolazione dal 1° dicembre, sono stampati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
(TurismoItaliaNews) Un bell’omaggio all’Umbria, che di questo gigantesco albero di Natale, autentica attrazione per la sua straordinaria unicità, ha sempre fatto un biglietto da visita nel periodo della festa più amata. E’ l’Albero di Natale di Gubbio, il più grande del mondo, diventato soggetto del francobollo emesso dal ministero delle Imprese e del Made in Italy con il valore postale della tariffa B, pari a 1,25 euro; la tiratura è di duecentomilaquattro esemplari. Ad illustrare l’emissione, attraverso l’apposito Bollettino distribuito da Poste Italiane, sono proprio gli Alberaioli, ovvero coloro che materialmente realizzano e curano l’installazione.
“Il francobollo, un oggetto che noi non più giovanissimi abbiamo acquistato ed usato tantissime volte, per una cartolina dalle vacanze, per una lettera alla persona del nostro cuore, per una richiesta di lavoro, per essere vicini a chi aveva bisogno di un segno amico, per ricordare un momento importante, per portare gli auguri di Natale piuttosto che invitare ad un lieto evento, per condividere una gioia o un dolore: il francobollo era lo strumento per poter fare tutto questo ed altro - scrivono gli Alberaioli nel Bollettino di Poste Italiane - li guardavamo ammirati i francobolli per la cura con cui venivano realizzati, pensavamo alle storie che stavano dietro a quei personaggi inseriti al loro interno, ai paesaggi che raffiguravano, immaginavamo la creatività di chi li pensava, l’arte di chi li realizzava. E ne facevamo collezione”.
Oggi, nell’era del “virtuale” arriva un francobollo “in carne ed ossa” con l’immagine di quello che da oltre quarant’anni si realizza ogni Natale sulle pendici del Monte Ingino, a Gubbio, terra da cui Francesco decise di iniziare nel febbraio 1207 la sua rivoluzione, lasciando sul pavimento della abitazione dei suoi amici Spadalonga se stesso insieme agli abiti che indossava per poi coprirsi di un misero saio e mettersi al servizio degli ultimi: è proprio un bellissimo francobollo con l’immagine dell’Albero di Natale più Grande del Mondo. “Quello che ogni anno realizziamo è infatti un grandissimo albero di Natale disegnato da mille luci, un albero di luce alto oltre 750 metri, largo alla base oltre 400 metri, sormontato da una stella cometa di oltre 1.000 metri quadrati – spiegano gli Alberaioli - affonda le sue radici nelle mura medioevali della città di Gubbio per salire, adagiandosi sulle pendici del Monte Ingino, fino alla basilica dove sono custodite le spoglie di Sant’Ubaldo, eugubino e nostro Patrono dal 1200”.
Solo amicizia e senso del volontariato più gratuito riescono a dare continuità al lavoro di quei visionari che nel 1981 ebbero l’idea e soprattutto il coraggio, ma proprio tanto coraggio, di realizzarla con le pochissime risorse disponibili, armati solo della loro amicizia e testardaggine: “Noi oggi riprendiamo la loro determinazione per portare a termine un’opera che, pure nella sua estrema laicità, vuole essere simbolo del Santo Natale, vuole invitare tutti ad alzare lo sguardo in alto, verso la stella cometa di Betlemme, verso la basilica che custodisce le spoglie del nostro Patrono Ubaldo”.
L'emissione dei francobolli natalizi italiani comprende anche il valore con soggetto religioso con la vetrata della Natività disegnata da Paolo Uccello e realizzata dal vetraio Angelo Lippi intorno al 1443 per la Cupola di Brunelleschi del Duomo di Firenze. “Nella Natività di Paolo Uccello si riflette l’immagine che l’evangelista Luca volle dare della nascita di Gesù. È infatti la luce a dominare la scena evangelica della rivelazione ai pastori della nascita del Salvatore: nella veglia della notte, «un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce» - spiega nel Bollettino illustrativo il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo Metropolita di Firenze - il contrasto è tra la notte tenebrosa in cui giace l’umanità e la potenza luminosa che si sprigiona dalla nascita di un Bambino a Betlemme, sperduta cittadina, poco più di un villaggio, di un paese marginale. Lo ricorda l’artista ponendo al vertice della vetrata la stella che illumina l’intera scena e le dona la vivacità dei colori. È un messaggio sempre attuale a fronte delle molte oscurità in cui giace il mondo. La luce di una stella, la luce di un Bambino ci si offrono, a fronte dei drammi e delle oscurità che accompagnano i nostri giorni e appesantiscono il nostro cammino, come un annuncio di speranza di cui sentiamo il bisogno, e che dovrebbe indurci ad aprire il cuore alla presenza di questo Bambino che viene”.