Cerveteri, patrimonio dell’Umanità che racconta la suggestiva storia degli Etruschi

Giovanni Bosi, Cerveteri / Lazio
E se a Cerveteri tornasse per sempre l’antico cratere di Eufronio, saccheggiato da una tomba etrusca del territorio, rocambolescamente finito al Metropolitan Museum of Art di New York, poi recuperato dall’Italia ed oggi esposto (impropriamente) al museo di Villa Giulia a Roma? Ben più di una semplice aspirazione per la cittadina laziale, che possiede la più maestosa necropoli etrusca proclamata dall’Unesco Patrimonio dell’umanità. Storia ma anche presente, perché qui non c’è luogo più animato dell’antica Città dei Morti… Siamo andati a vedere.
(TurismoItaliaNews) Alessio Pascucci e Lorenzo Croci sono rispettivamente sindaco e assessore allo sviluppo sostenibile del territorio e al turismo del Comune di Cerveteri. Sono poco più che trentenni e comunque la si pensi, hanno energia da vendere. La loro è una generazione cresciuta sentendosi dire che per Cerveteri, in effetti, dal punto di vista della promozione turistica, si poteva fare di più. Adesso però ci sono loro.
“Oggi in prima linea per il nostro Comune c’è lo sviluppo delle potenzialità fortissime del territorio – sottolinea Alessio Pascucci - siamo in posizione ottimale tra Roma e il porto crocieristico di Civitavecchia, che è uno dei più importanti del Mediterraneo. Possediamo il sito archeologico della Banditaccia, che festeggia i dieci anni dall'inserimento nella World Heritage dell’Unesco ed è anche il più esteso sito archeologico del mondo. E’ arrivato il momento di sfruttare la vicinanza di Roma e non subirla”.
E così, pur fronteggiando i complicati e paradossali paletti del Patto di Stabilità, in Comune si lavora continuamente per la valorizzazione turistica del sito archeologico, ad esempio con la realizzazione di una pista ciclopedonale che collegherà il centro storico con la necropoli ricalcando il cosiddetto Sentiero di Lawrence. “Anche perché – puntualizza l’assessore Lorenzo Croci - il patrimonio della ‘citta dei morti’ è ricchissimo, ma c’è pure un enorme patrimonio della ‘città dei vivi’ che attende di essere opportunamente valorizzato”. Insomma una Cerveteri a tutto tondo.
E Cerveteri è davvero tutta una scoperta: la Banditaccia (sito Unesco dal 2004 insieme alla necropoli dei Monterozzi di Tarquinia) rappresenta il maggior esempio di architettura funeraria della cultura etrusca ed uno dei più importanti siti archeologici del Mediterraneo. Oggetto di un primo scavo sistematico condotto tra il 1909 e il 1936 da Raniero Mengarelli e poi di nuovo negli anni Sessanta ad opera dell’archeologo Mario Moretti, nel tempo (e continua ancora a farlo) ha riservato una sorpresa dietro l’altra, restituendo – nonostante l’azione costante dei tombaroli nel corso dei secoli – autentici capolavori ed informazioni straordinarie sugli Etruschi. Popolo per certi versi misterioso, anche per la sua non facile scrittura – la necropoli di Cerveteri non è altro che uno specchio di quello che poteva essere la “città dei vivi”.
Se si considera che la sua estensione è di 11 ettari con oltre 2000 tombe aperte al pubblico e che l’intero pianoro di 150 ettari è disseminato di vestigia etrusche, si ha subito la dimensione del valore storico, culturale e documentario di questi reperti. Quei sepolcri – i più antichi dei quali risalgono agli inizi del VII secolo avanti Cristo – sono infatti pensati ad immagine e somiglianza di quelle che erano le case del tempo e riprodotte con tutti i loro dettagli costruttivi e persino gli arredi. La particolarità di questo sito è che le tombe sono state scavate all'interno del banco tufaceo e “percorrendo un itinerario cronologico, è possibile seguire e comprendere l’evoluzione di oltre sei secoli dell'architettura funeraria etrusca” sottolinea la guida specializzata Daniele Medaino mentre ci accompagna nella visita al sito.
Se le tombe più antiche hanno la caratteristica forma a tumulo, a partire dalla seconda metà del VI secolo avanti Cristo (periodo arcaico) vengono costruite lungo assi stradali paralleli, assumendo una forma più regolare detta “a dado", finché tra il IV e il I secolo a.C., a causa dell'esaurimento dello spazio disponibile in superficie, si inizia ad utilizzare ii sottosuolo, abbassando i livelli stradali e ricavando a notevole profondità una serie di ipogei, alcuni di grandi dimensioni.
Come la famosa Tomba dei Rilievi, un unicum nel patrimonio dell’arte figurativa etrusca: la camera sepolcrale, alla quale si accede scendendo una lunga scalinata, è ricoperta di intonaco decorato da rilievi di stucco policromo che raffigurano oggetti, arnesi da lavoro e figure mitologiche come Cerbero, il cane a tre teste. E’ suggestivo ammirarla e pensare che quello poteva essere non una tomba come in effetti è, ma anche l’interno di una casa dell’epoca. Ma a loro modo tutte le tombe sono affascinanti e misteriose. E ciò che hanno restituito, oggi è disseminato nei musei più importanti del mondo, a suggellare l’importanza che aveva Cerveteri al tempo degli Etruschi, ma anche la raffinatezza della sua popolazione, che aveva rapporti commerciali con buona parte del Mediterraneo prima di finire miseramente sotto il dominio di Roma.
Il Museo Nazionale Cerite, inaugurato nel 1967 e ricavato nel castello Ruspoli, nel centro storico di Cerveteri, riesce comunque a proporre un buon repertorio dei rinvenimenti emersi dagli scavi delle necropoli ceretane di Monte Abatone, Banditaccia, Bufalareccia e del Sorbo, e nella zona dell’abitato. Come la piccola urna con la riproduzione di due sposi a banchetto raffigurati sul coperchio (copia minuta del più ben noto “sarcofago” conservato a Villa Giulia), e il cratere del Pittore dell’ Eptacordo, artista attivo a Caere nei primi decenni del VII secolo avanti Cristo.
Ma Cerveteri ha una particolarità tutta sua: davvero l’antica necropoli è pulsante di vita e pure il museo riesce a stupire il visitatore. Otto tombe sono state dotate di sistemi multimediali (rispettando e non violando in alcun modo la storicità dei luoghi) che propongono - con luci, suoni ed immagini - ricostruzioni e ricontestualizzazioni virtuali che riportano il visitatore indietro nel tempo, rendendolo praticamente "testimone" di quel che accadde migliaia di anni fa all'interno di quelle tombe. E’ la voce di Piero Angela a prendere per mano il visitatore raccontando e mostrando come non avviene altrove. Cerveteri si scopre così esempio virtuoso di multimedialità, unico al mondo per un sito etrusco.
Come avviene nel Museo, dove nel 2013 è stato inaugurato un nuovo percorso di visita multimediale che si articola in quattro tappe. Grazie all'installazione di pannelli proiettori 3D è possibile comprendere la storia dei più famosi reperti della collezione cerite. Ad accogliere il visitatore è un video introduttivo, dove ancora la voce di Piero Angela sintetizza le caratteristiche del Museo, i cui reperti coprono un arco cronologico di nove secoli. Grazie all'animazione multimediale, le decorazioni di alcuni vasi vengono integrate, proiettate ed ingrandite: antichi miti, vita quotidiana, sport e culti religiosi diventano facilmente individuabili, la storia dell'oggetto più comprensibile, un “Museo Vivo” dove il rapporto tra il visitatore e l'oggetto si inverte completamente, è il museo a raccontarsi coinvolgendo il pubblico in modo nuovo, con la suggestione della tecnologia e l’utilizzo di un linguaggio divulgativo.
Ma c’è un sogno da rendere concreto, perché è giusto che la “cultura” sia delocalizzata e soprattutto ricontestualizzata: riportare a Cerveteri - magari nel Granarone che il Comune vorrebbe trasformare in grande museo archeologico a due passi dalla necropoli – lo straordinario cratere di Eufronio, calice decorato a figure rosse, esposto dal 1972 al Metropolitan Museum di New York e nel 2006 restituito allo Stato italiano dopo aver accertato la provenienza furtiva da Cerveteri. Qui tutti lo reclamano e chissà che davvero – come è giusto che sia – che questa richiesta venga finalmente esaudita.
Necropoli della Banditaccia
aperta tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 9 a un’ora prima del tramonto
tel. 06-9940001
Museo Nazionale Cerite
aperto tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 9 a un’ora prima del tramonto
tel. 06-9941354
www.comune.cerveteri.rm.it
www.etruriameridionale.beniculturali.it
www.terraetrusca.eu
www.artemideguide.it
Un esempio di quello che potrete vedere al Museo Nazionale Cerite
Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
(A.F.)