La Via Francigena diventerà come il Cammino di Santiago: viaggi lenti in crescita, 1 su 4 li prova in Italia

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Un italiano su quattro ha vissuto almeno un'esperienza di turismo lento (il 24%), dai piccoli borghi all'escursionismo naturalistico alle mete enogastronomiche e il 43% è interessato a farlo in futuro, secondo i dati presentati dal ministero del Turismo a margine della firma del protocollo di intesa con Enel e Trenitalia sul turismo sostenibile. Non a caso: “La storia del camminare è una delle costellazioni della cultura umana ed è composta da 3 stelle: il corpo la fantasia e la libertà – commenta Paolo Piacentini, uno dei maggiori esperti italiani di cammini, fondatore e già presidente di Federtrek, citando la giornalista californiana Rebecca Solnit e il suo “Storia del camminare”, riedito da Ponte alle Grazie, libro cult dei camminatori – perché il corpo, camminando, attraversa i territori e produce cultura, e la filosofia nasce in cammino, e quindi camminare è un gesto di libertà e liberazione”.

 

(TurismoItaliaNews) Tra i nati dopo il 1981, che rappresentano metà dei turisti italiani, il 94% è attento alle opzioni di viaggi sostenibili e il 40% sceglie destinazioni poco conosciute in cerca di riscoperta e senso di appartenenza. E la Via Francigena è la "principale infrastruttura del turismo lento in Italia", come la definisce il ministro Massimo Garavaglia che prevede che "diventerà nel giro di pochi anni come il Cammino di Santiago". Solo alla Marcia Road to Rome hanno partecipato 3.500 viaggiatori. Il protocollo d'intesa sottoscritto dal ministero del Turismo con Enel e Trenitalia, prevede, tra l'altro, di installare lungo il percorso colonnine di ricarica per bici elettriche. Il cicloturismo in generale è visto come un settore in espansione e al momento genera in Italia un giro d'affari vicino a 5 miliardi di euro, contro i 20 della Germania e i 40 dell'intera Ue”.

La Via Francigena diventerà come il Cammino di Santiago: viaggi lenti in crescita, 1 su 4 li prova in Italia

La Via Francigena diventerà come il Cammino di Santiago: viaggi lenti in crescita, 1 su 4 li prova in Italia

Proprio dei Cammini si è parlato nel corso di una sessione del forum 2022 di Greenaccord Onlus "Riabitare la montagna”. Transizione ecologica, cammini e un prete di montagna” tenutasi al Santuario dei Santi Vittore e Corona di Feltre (Belluno). Secondo Paolo Piacentini, che ha lavorato sui cammini per il ministero dei Beni culturali e del Turismo, dobbiamo tenere viva questa costellazione della natura, della storia umana, continuate l’itinerario percorso nel tempo da filosofi poeti, marciatori. “A un certo punto, le possibilità e i mezzi per viaggiare si sono ampliati e l’uomo ha tradito questo gesto naturale, ha smesso di conoscere il mondo camminando. Oggi c’è un grande recupero da questo punto di vista, e comunque dobbiamo sempre imparare, anche dalla storia più recente, vantaggi e criticità delle trasformazioni in corso”.

Piacentini si riferisce concretamente al turismo legato alla lentezza, ma anche alla qualità degli altri aspetti che si esprimono sul territorio, per non cadere nella trappola di curare un solo aspetto in una sorta di monocultura che ripete i ben noti disastri delle monocolture agricole: “pensiamo al fenomeno forte e singolare del cammino di Santiago, che non ha superato indenne la crisi pandemica: era praticamente il Pil della Galizia, ma per due anni ha visto un drastico annullamento di presenze. Nessun settore può essere indifferente alla diversificazione, anche il turismo lento ha avuto i suoi arresti insegnandoci che la rinascita e il ripopolamento delle comunità e dei sistemi territoriali non parte dal turismo ma dall’evoluzione socioeconomica e culturale della popolazione residente”.

A destra, Paolo Piacentini, uno dei maggiori esperti italiani di cammini, fondatore e già presidente di Federtrek

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Cosa si mangia e cosa si produce sul territorio, quali servizi ecosistemici e ambientali vengono forniti alla collettività, come si conosce e si percepisce il valore locale, quanto si promuove l’agroecologia, come si coltiva un turismo che attraversa le comunità nell’ottica sempre più consapevole che camminare in quel territorio determina un beneficio e al contempo una visione che si evolve con lo stesso ritmo del cammino, lento e ponderato. Ma stabile. L’esempio del Cammino degli dei, da Bologna a Firenze, partito in sordina e grazie ai movimenti locali - oltre che a un turismo più evoluto che lo ha alimentato – è oggi veicolo di microeconomie importanti riconosciute da tutte le amministrazioni coinvolte e si configura come modello del cambio radicale di percezione del territorio tra chi fruisce e chi accoglie.

“Camminare nei luoghi dove la montagna soffre – conclude Piacentini - vivere in prima persona l’emergenza continua in cui viviamo, è l’approccio più giusto per coltivare responsabilità e consapevolezza. Non è la paranoia momentanea di chiudere tutto, non è l’illusione di avere, soprattutto in montagna, pericolo zero, che ci aiuterà a ridurre i rischi. Sarà invece il rapporto di conoscenza profonda e di dialogo con il territorio”. La stampa oggi ha un nuovo obiettivo, raccontare in modo diverso, senza usare il target narrativo del turismo classico, il nuovo rapporto città montagna. Il ruolo dell’informazione è di creare collegamento, di informare sulla reciprocità che si realizza se sulla costa arrivano i benefici e i servizi della montagna. Paolo Piacentini ha riferito di far parte “di un gruppo di lavoro che sta studiando un cammino che va da Venezia alle Dolomiti, un cammino dedicato a Giovanni Paolo I” e per questo manifesta l’auspicio “che tale progetto sia definito celermente”.

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