Susina di Dro, il sapore della coltura popolare
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale diventa a tutti gli effetti operativa l’iscrizione della Susina di Dro nel registro delle Denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette. La zona di produzione è situata nella Provincia autonoma di Trento, dove la susinicoltura industriale nasce nel 1911 con la costituzione del Consorzio Cooperativo “Lega dei Contadini del Bacino Arcense”, che già al suo debutto contava 650 soci.
(TurismoItaliaNews) Nella zona di produzione della Dop la coltivazione della Susina di Dro ha finito con l’assumere un’importanza fondamentale, paragonabile a quella della vite e del melo. La cultivar locale è stata selezionata nei secoli dalla sapienza agricola dei contadini della zona di produzione, che derivavano le nuove piantine prevalentemente dal seme o dal pollone radicale, esercitando un continuo controllo ed un miglioramento genetico ottenuto mediante l’osservazione dei caratteri fenotipici, legati soprattutto alle caratteristiche produttive degli impianti e organolettiche dei frutti.
La colorazione tipica delle susine fresche è una buccia da va dal rosso violaceo al blu - viola scuro, con la presenza della classica patina pruinosa, a volte con piccole superfici verdastre; la polpa è di colore giallo o verde - giallo. La zona di produzione è situata nella provincia di Trento e corrisponde alla porzione di bacino del fiume Sarca per la parte ricadente nei comuni di Arco, Bleggio Inferiore, Bleggio Superiore, Calavino, Cavedine, Fiavè, Dorsino, Drena, Dro, Lasino, Lomaso, Nago - Torbole, Padergnone, Riva del Garda, San Lorenzo in Banale, Stenico, Tenno, Terlago, Vezzano e Trento (quest'ultimo limitatamente alle frazioni di Cadine, Sopramonte, Sant'Anna, Vigolo Baselga e Baselga del Bondone).
Un prodotto
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L'area di produzione della Susina di Dro è caratterizzata infatti da un clima particolarmente favorevole, riconosciuto come assolutamente unico nell'arco alpino, legato all'azione mitigatrice del lago di Garda, il più grande lago italiano. E' inoltre caratterizzato da un significativo periodo di luminosità, generalmente 10 ore di luce, legato alla pressoché costante limpidezza del cielo: sono le brezze regolari, in particolare quella denominata “Ora del Garda”, a garantire tale limpidezza oltre ad esercitare una benefica attenuazione delle temperature massime pomeridiane che, altrimenti, andrebbero a compromettere la componente fenolica del frutto.
Queste peculiarità climatiche si rivelano determinanti anche nella fase di svolgimento dei meccanismi fotosintetici che portano all'accumulo di carboidrati, e quindi degli zuccheri. Infatti, la frescura tipica degli ambienti alpini, esaltata nell'area di produzione dall'azione della brezza pomeridiana, consente di mantenere costante durante il giorno la produzione di fotosintati che altrimenti verrebbe ad essere inibita dalle elevate temperature estive. Ugualmente favorevole risulta la relativa freschezza delle notti, che risentono del clima alpino condizionato dalla vicinanza di importanti massicci montuosi, che inibisce i fenomeni respiratori, negativi ai fini dell'accumulo di carboidrati, a beneficio del positivo bilancio energetico.
Il frutto presenta inoltre particolari caratteristiche di precocità, consistenza e di equilibrio complessivo di sapidità e appropriata durezza della polpa, caratteristiche sinergiche che fanno apprezzare l'unicità della Susina di Dro, anch'esse legate al clima particolarmente favorevole.
L'area agricola di produzione già nel 1284 era definita con la dicitura “di Dro” come punto di riferimento storico-agricolo nei 42 capitolati delle Carte di Regola del "Piano del Sarca". Successivamente il Massarello, segretario del Concilio di Trento (1545 - 1563) scriveva in merito a “le pruna provenienti dal castello di Riva” e che la produzione di quella frutta “non è accidentale o fuor dell'usato, ma ogni anno sempre maturano a quest'epoca ciocché parve a tutti cosa assai meravigliosa”. Anche Agostino Perini in "Statistica del Trentino" confermava nel 1852 la coltivazione de "le brugne nere" in quell'area.
La susinicoltura industriale decolla nel 1911 con la costituzione del consorzio cooperativo “Lega dei Contadini del Bacino Arcense”, che già alla sua nascita contava 650 soci. Nel 1941 il suo consiglio di aAmministrazione si impegnò in un costoso ampliamento dei magazzini e nella realizzazione di un moderno impianto di essiccazione della Susina di Dro che all'inizio degli anni '60 arrivò a produrre 150 tonnellate di prugne secche.
L'intera comunità della Valle del Sarca, da sempre sensibile alla valorizzazione della Susina di Dro si è attivata sul piano culturale in un contesto di sinergia turistico - territoriale - agroalimentare. Significative iniziative sono la Settimana del Prugno Fiorito di Dro, appuntamento ricorrente dall'inizio degli anni ‘70, poi sfociato nella più moderna manifestazione agostana denominata “Dro: il tempo delle prugne”.
Per saperne di più
www.comunedro.it
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