Barcellona, nell’Arenas dei tori adesso si mata la fame tra architettura di ieri e di oggi

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Giovanni Bosi, Barcellona

Un pezzo d’architettura moderna mediata con la storia. E così un sancta sanctorum della tauromachia spagnola - nella quale i catalani non si sono mai ricosciuti fino in fondo, tanto da essere i primi ad abolire la corrida - oggi è diventato un sancta sanctorum dello shopping a Barcellona. E’ l’Arenas, ovvero la storica arena costruita alla fine del XIX secolo, da vedere per molti motivi e non solo perché la grande terrazza panoramica all’ultimo piano garantisce un punto d’osservazione a 360° sulla città di Gaudì, ma anche per le soluzioni tecniche adottate.

 

(TurismoItaliaNews) Barcellona da sempre sa stupire, rinnovandosi via via in una veste camaleontica che oggi la rende caleidoscopica, diversa pur nella sua unitarietà. Chi nei secoli ha messo le mani in vario modo e con vari ruoli sul patrimonio edilizio della città – urbanisti, architetti, artisti, più o meno visionari – ha finito con il rivelarsi straordinario interprete del proprio tempo, donando alla città catalana volti sempre diversi, “costringendo” i visitatori a tornare per scoprire l’evoluzione genetica.

La Plaça de les Arenes de Toros, in Plaza d’Espanya, cessato il suo ruolo, è ora un formidabile attrattore di migliaia di persone accomunate quotidianamente dalla voglia di stare insieme. In realtà una visita all’Arenas è bene non perdersela per capire cosa è accaduto dietro l’originaria struttura in stile moresco costruita tra il 1889 e il 1900 su progetto dell’architetto catalano August Font i Carreras, con il suo ingresso monumentale decorato da piastrelle colorate.

Se è vero che lo shopping è uno dei motivi più forti negli investimenti edilizi, è anche vero che la nuova Arenas (questo è il suo nome attuale) è un contenitore incredibile di funzioni e attrazioni, Flamenço compreso (che tanto catalano non è). Ben 47.000 metri quadrati di attività più disparate articolate su sei piani: negozi, intrattenimento, benessere, spazi ricreativi, cinema multisala, un tetto a cupola del diametro di 76 metri e una piattaforma di 100 metri di diametro all’ultimo livello con bar e ristoranti, che letteralmente galleggia sopra lo spazio circolare interno (in modo da lasciare “leggibile" l’originario catino dell’arena) accessibile sia attraverso una serie di scale mobili o tramite un ascensore a torre applicato esternamente e che collega il parcheggio sotterraneo e la stazione della metropolitana (Linea 1 e Linea 3 fermata Espanya).

La riconversione dell’antica arena (diametro di 52 metri con capienza di sedicimila spettatori) in complesso commerciale si deve allo studio di architettura Rogers Stirk Harbour & Partners, che si sono trovati davanti ad un contenitore fra stile neo-mudéjar e stile bizantino, in disuso dal 1989 ma a tutti gli effetti componente della storia di Barcelona e della Catalunya: arena ma anche caserma durante la guerra civile, palcoscenico per opera, teatro e concerti rock, con i Beatles che si sono esibiti qui nel 1966 e l’ultima corrida disputata il 9 giugno 1977. Quella che è stata creata all’interno dei muri perimetrali originali, è una struttura autonoma super-tecnologica utilizzando le più avanzate soluzioni di architettura e di ingegneria, con l’acciaio a farla da padrone.

Basti pensare che i muri perimetrali esterni sono stati tagliati alla base e sotto di essi è stata inserita una struttura in acciaio fatta di archi compositi che li sostiene, consentendo l’apertura di accessi sull’intera circonferenza e senza alterare l’originario assetto dell’arena pensata da August Font i Carreras. Dentro, ovviamente, è tutta un’altra cosa. Garantito il mantenimento della “pelle esterna”, il cuore si rivela una sorta di struttura cilindrica multi-anello di grande complessità tecnica. L’anello che sostiene la cupola del tetto in legno lamellare è largo 76 metri mentre la stessa cupola è alta 10 metri. E per questo spettacolare da vedere, tra tapas, aperitivi, paellas e cibo multietnico.

L’Arenas de Barcelona è aperta dal marzo 2011. Il momento più bello per arrivare qui è dal tramonto in poi, quando dalla prospiciente montagna di Montjuic, dove si trova il maestoso Palau Nacional de Montjuic sede del Museo nazionale d’arte della Catalogna, si proiettano verso il cielo fasci di luce dorata che rendono suggestivo lo scenario in quello che è considerato il luogo di Barcellona più ricco di miradores. Con l’Arenas diventata a sua volta un punto d’osservazione privilegiato, visto che dalla sua sommità si spazia a 360 gradi sulla città, con visuale non solo sul Montjuic, ma anche sul Parc de l’Escorxador (dove si trova la scultura “Dona i ocell” di Joan Mirò) fino alla più lontana Sagrada Familia.

Una vera e propria “piazza nel cielo” con le sue ampie terrazze lungo il perimetro davanti a bar e ristoranti. Con il cielo stellato sembra davvero di essere sul tetto del mondo e la movida tutt’intorno assicura un’atmosfera di grande impatto. Finito di perlustrare l’Arenas, non resta che mettersi a tavola: paella?

Arenas
Gran Via de les Corts Catalanes
www.arenasdebarcelona.com

 

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