Il Vicolo Baciadonne a Città della Pieve: in Umbria c’è un luogo dove il Medioevo ha il colore dei mattoni e dello zafferano

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Giovanni Bosi, Città della Pieve / Umbria

Città dei terzieri, città delle infiorate, città dello zafferano, città del Perugino. E’ Città della Pieve, in Umbria: in un crescendo di qualità e attrazioni questa cittadina dall’impianto tipicamente medievale costruita per la quasi totalità in mattoni a faccia vista, è un altro di quei luoghi del cuore verde d’Italia da non perdere, soprattutto quando si è fra i monti del Lago Trasimeno e la Val di Chiana.

 

(TurismoItaliaNews) Una buona occasione per essere a Città della Pieve è nei giorni dei festeggiamenti per il patrono San Luigi Gonzaga, quando viene realizzata un’infiorata a lui dedicata e riproposta anno dopo anno dalla devozione e dall’affetto dei contradaioli del Terziere Casalino.

E’ questo un appuntamento, annoverato tra i più importanti che la città offre ai suoi visitatori, che segna tradizionalmente l’inizio delle manifestazioni dell’estate pievese. “Ogni edizione è unica, originale ed irripetibile cambiando ogni anno il tema e realizzando sempre disegni in forma originale – spiegano dal Terziere Casalino - ogni anno gli infioratori lavorano alla realizzazione di un tappeto di circa mille metri quadrati, posando fiori ed essenze del territorio umbro fino alla realizzazione del tema annuale”. Ma la tradizione continua poi in agosto con il Palio dei Terzieri, grande festa di popolo.

E per la verità Città della Pieve, in provincia di Perugia, è un luogo da non perdere in qualsiasi stagione dell’anno, perché la visita del suo centro storico si rivela un’autentica sorpresa e passeggiare tra i suoi vicoli (che in primavera e in estate sono letteralmente fioriti) riserva sensazioni ed emozioni che rimandano indietro nei secoli. Di fatto il suo nucleo antico - passando dall’epoca etrusca a quella romana, dal periodo comunale a quello rinascimentale – è la testimonianza tangibile di uno sviluppo armonico e prezioso, poi rimasto immutato.

Lo dicono i suoi vicoli, da esplorare attraverso “l’apposito percorso che conduce lungo ‘itinerari secondari’ in un invitante ‘labirinto’ di angoli suggestivi, luoghi della memoria, spazi densi di emozioni che hanno rappresentato e rappresentano ancora oggi punti di incontro e di vita” ci spiegano mentre ci addentriamo rapiti dalla loro bellezza. Come nel caso del curioso Vicolo Baciadonne: è ritenuto una delle vie più strette d’Italia, sorta probabilmente a causa di una lite tra confinanti. La denominazione curioso e fin troppo esplicita è da mettere in riferimento all’arguta fantasia popolare, spiegano a Città della Pieve. E naturalente tutti ci passano, anche perché dopo l’attraversamento dell’angusto quanto suggestivo vicoletto si può arrivare ad una sorta di terrazza sull’Umbria, con la vista che spazia sulla Chiana Romana e sul Monte Cetona (1.140 metri).

Dal Palazzo della Corgna (con gli interni decorati da Salvio Savini e dal Pomarancio, autori degli affreschi del palazzo ducale di Castiglione del Lago) alla Torre del Pubblico (alta 39 metri e costruita a partire dall’anno 1000) fino alla cattedrale con la sua cripta e al convento di San Francesco, tutto parla della storia avvincente di questo fiero Comune, che a metà agosto rivive con il Palio dei Terzieri animato da Borgo Dentro, Casalino e Castello. L’origine è medievale e oggi i cavalieri del Palio rievocano l’antica caccia del Toro, sfidandosi nell’arte del tiro con l’arco, colpendo sagome rappresentanti la razza dei tori chianini fissate su pedane mobili.

Il Pallium storico che viene conteso dai Terzieri è uno splendido arazzo dipinto, opera del maestro pievese Antonio Marroni, raffigurante gli arcieri nell’atto di rendere omaggio al Maestro di Campo (giudice della gara), prima del segnale di inizio della competizione. Sullo sfondo azzurro i monumenti più significativi della città e, in basso, i simboli dei Terzieri: il Castello medievale, il Pozzo del Casalino e la Rocca del Borgo Dentro; in alto lo stemma di Città della Pieve con i due biscioni viscontei omaggio all’alleanza con la Repubblica di Milano. Come cornice una decorazione di trofei e armature cinquecentesche. Il giorno del Lancio della Sfida, il 15 agosto, il Pallium viene riconsegnato dal Terziere vincitore dell’ultima edizione nelle mani del Podestà di Castel della Pieve, per essere gelosamente conservato nella sede comunale da cui uscirà il giorno della Caccia del Toro, per figurare nel grande corteo storico preceduto dal gonfalone della città.

Ma si diceva del Perugino: qui è nato Pietro Vannucci (1450 ca. – 1523), uno dei più importanti pittori del Rinascimento, maestro di Raffaello. Città della Pieve conserva alcune tra le sue opere più importanti come L’Adorazione dei Magi dell’Oratorio di Santa Maria dei Bianchi, il Battesimo di Cristo della Cattedrale, la Deposizione dalla Croce del Museo civico diocesano di Santa Maria dei Servi. E in questi luoghi, guardandosi intorno, si ritrova per intero il paesaggio dipinto dal Perugino, ispirato alle visuali che da Città della Pieve si aprono verso il Trasimeno e la Val di Chiana.

E in tema di gusto non è da meno. Lo Zafferano, oltre ad olio extravergine e vino, è la punta di diamante: siamo nell’area di produzione de “Il Croco di Pietro Perugino - Zafferano di Città della Pieve”, che comprende anche i comuni di Allerona, Fabro, Ficulle, Montegabbione, Monteleone d'Orvieto, Paciano, Panicale, Parrano, Piegaro e San Venanzo. L’area di produzione interessa inoltre, per porzioni significative, anche i territori comunali di Castiglione del Lago, Corciano, Magione, Marsciano e Perugia. “Che lo zafferano si producesse in Umbria e quindi anche a Castel della Pieve a partire perlomeno dal XIII secolo – ci spiegano - è testimoniato dallo Statuto di Perugia del 1279 dove, si vietava nell'allora contado di Città della Pieve la semina della pianta da parte dei forestieri...”. E a pranzo o cena fermatevi alla Trattoria Bruno Coppetta, in via Vannucci 90, la cui storia parte da lontano tra Pici cacio e pepe serviti in un’autentica grande forma di formaggio o tagliatelle fatte in casa con ragù di chianina. Seguendo la stagionalità, si possono trovare piatti a base di tartufo, funghi, zafferano e selvaggina, che si degustano in sale con decorazioni ottocentesche.

La corte interna di Palazzo della Corgna, uno dei simboli di Città della Pieve

Per saperne di più
www.cittadellapieve.org
www.terzierecasalino.it
www.paliodeiterzieri.it
www.trattoriabrunocoppetta.it

 

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