ROMA | Antico Caffè Greco di Via Condotti: lo storico locale compie 264 anni e apre le porte ai suoi cimeli e opere d'arte
È l'unico bar/ristorante presente sulla via più esclusiva della Capitale. Ma soprattutto figura tra i locali storici di Roma più famosi nel mondo. È il salotto e la storia intellettuale della Città Eterna in 350 metri quadri. Compie quest'anno 264 anni, ma la vitalità degli ospiti che si respira in questi giorni d'estate lo rende sempre più giovane: l'Antico Caffè Greco di Via Condotti, a due passi dalla Scalinata di Piazza di Spagna, testimonia con i numeri di questi giorni il "boom" di presenze, turisti e visitatori, che in questa primavera affolla la Capitale.
(TurismoItaliaNews) Secondo più antico caffè d'Italia, fondato nel 1760 dal levantino (da qui l'origine del nome del locale) Nicola della Maddalena, il Caffè Greco custodisce un patrimonio artistico di oltre trecento tra cimeli e opere d'arte - dipinti, disegni e sculture - alcuni donati e altri commissionati agli artisti che nel tempo frequentarono e furono legati a questo luogo. Le opere si trovano sistemate all'interno delle nove sale del caffè e mantengono nella maggior parte dei casi la loro collocazione originaria.
Le opere all'interno dello storico locale
La sala Venezia, che segna l'ingresso al locale, riunisce paesaggi della città lagunare eseguiti nel 1880 dal pittore umbro, romano d'adozione, Vincenzo Giovannini (1817-1903), in sostituzione di una precedente serie di vedute di Ippolito Caffi. Una piccola statua in bronzo di Vincenzo Gemito, dal titolo L'acquaiolo (1881), testimonia la cultura artistica del grande scultore napoletano, a metà strada tra il realismo e le tendenze neo-rinascimentali tardo ottocenteschi. Le suggestive vedute di Giovannini ornano anche la sala Roma, dove le grandi tele alle pareti vennero allestite nel 1897, andando a comporre un ideale viaggio visivo attraverso i celebri monumenti antichi della città capitolina, osservati dal vero ma con larghe concessioni al "capriccio" e alla rielaborazione fantastica. Completano l'apparato decorativo dell'ambiente le statue in gesso di Luigi Amici (1817-1897), prevalentemente piccoli ritratti di abituali frequentatori del caffè, genere in cui eccelleva lo scultore. La sala delle Vedute romane prosegue il percorso avviato nella precedente, quanto a tema e autore delle opere, ancora Vincenzo Giovannini. Diverso è il formato delle tele, alto e stretto, e la maggiore attenzione prestata ai personaggi: pastori, agricoltori e viandanti animano lo scenario naturalistico con gusto pittoresco.
L'Omnibus, luogo d'incontro prediletto da intellettuali, scrittori e artisti, è arricchita, oltre che da paesaggi, da numerosi medaglioni, stucchi, ritratti e fotografie d'epoca, a significativa testimonianza delle eccezionali vicende culturali che il Caffè Greco ha ospitato nella sua lunga storia. La decorazione della sala Galli ruota attorno all'autoritratto, esposto, del milanese Luigi Galli (1817 - 1900); anche qui non mancano vedute a firma di vari autori. La sala Rossa, corrispondente all'antica entrata al Greco su via delle Carrozze, custodisce opere dal tardo Settecento all'Ottocento: si va da un raro paesaggio del 1797 della pittrice e archeologa Marianna Dionigi, al Ritratto di anziano garibaldino di Gerolamo Induno, al grande fauno seduto di Luigi Amici, alla dantesca Barca della Vita, di Domenico Morelli, del 1859.
La sala Szoldaticz prende il nome da un altro autoritratto, datato 1923, di Giorgio Szoldaticz, pittore di discendenza ungherese. Questa e la successiva, la sala Gubinelli, così denominata in ricordo della storica famiglia proprietaria del caffè, sono ancora decorate da vedute, come quella della costiera amalfitana di Edmund Hottenroth e il Paesaggio eroico con cascata di Christian Reinhart, e da quadri di ritratti e figure, quali la Ciociara di Franz Ludwig Catel. Iconica la foto del 1948 di Irvin Penn che ritrae in un'unica tavolata, tra gli altri, Flaiano, Palazzeschi, Brancati, Orson Welles, Sandro Penna e Lea Padovani.