Un selfie con Napoleone. A Parigi? Ma no: al Marengo Museum, dove l’Imperatore racconta la sua campagna d’Italia

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Giovanni Bosi, Marengo / Piemonte

Un selfie con l’Imperatore a grandezza naturale? Non serve andare fino a Parigi, perché è al Marengo Museum che Napoleone Bonaparte si racconta attraverso la sua campagna d’Italia e la battaglia più famosa. Nel Monferrato, in Piemonte, le tracce del Francese più controverso della grande storia parlano di uno degli eventi più emblematici della leggenda napoleonica.

 

(TurismoItaliaNews) E’ qui che il 14 giugno 1800 si è combattuta una delle più cruenti battaglie che hanno cambiato il corso della Storia. Marengo, a due passi da Alessandria, è stato lo scenario dello scontro tra le truppe francesi guidate dal Primo console Napoleone Bonaparte, e l’esercito austriaco, comandato dal generale Michael von Melas. E’ l’evento più noto della seconda campagna d’Italia e che alla fine ha consolidato definitivamente il prestigio e il potere di Napoleone, ritenuto il più grande stratega della storia tanto da ispirare artisti, letterati, musicisti, politici, filosofi e storici, dall’Ottocento ai nostri giorni. Nel bicentenario della sua scomparsa, avvenuta nel 1821, visitare il Marengo Museum è come camminare nella storia e a ritroso nel tempo.

Un selfie con Napoleone. A Parigi? Ma no: al Marengo Museum, dove l’Imperatore racconta la sua campagna d’Italia

Un selfie con Napoleone. A Parigi? Ma no: al Marengo Museum, dove l’Imperatore racconta la sua campagna d’Italia

Un selfie con Napoleone. A Parigi? Ma no: al Marengo Museum, dove l’Imperatore racconta la sua campagna d’Italia

E che sia così non c’è dubbio, perché quando si arriva a Villa Delavo - costruita a partire dalla prima metà degli anni ’40 del diciannovesimo secolo proprio per raccontare quel che accadde nei pressi del piccolo borgo dell’Alessandrino – il primo approccio è con una piramide. Per noi oggi il richiamo sembra essere ad uno dei nuovi simboli di Parigi, la spettacolare piramide del Louvre, ma in realtà questa forma che da millenni affascina l’Uomo riconduce direttamente a Napoleone: “una forma perfetta, luogo magico e misterioso che da sempre rappresenta l’infinito, l’eterno, il legame fra cielo e terra - ci spiegano durante la visita al museo - il trionfo di Marengo apre a Bonaparte la via verso l’impero. Proprio per questo, il futuro imperatore volle che nella piana di Marengo fosse eretta una grande piramide che, insieme al sacrificio del generale Desaix e dei suoi uomini, ricordasse eternamente la sua gloriosa vittoria. Dopo 200 anni il suo sogno si è avverato, con la realizzazione di una piramide del tutto nuova, oggi simbolo del Marengo Museum”.

Il bello di questo luogo espositivo è che non si tratta di un mero museo statico, ma al contrario un luogo più vivo che mai, interattivo, con il quale si può dialogare e sentirsi abbracciato dai tanti protagonisti che quella tremenda battaglia ha lasciato sul campo, tanto che ancora oggi non è difficile imbattersi in segni e reperti celati dalla terra. Così al Marengo Museum, pensato con un allestimento moderno e accattivante, è affidato il compito di raccontare la storia della campagna d’Italia del 1800 e della battaglia analizzandone cause, sviluppi ed effetti, nella convinzione che la vittoria di Bonaparte abbia costituito un elemento importante nella successiva storia europea e uno degli atti fondanti per il processo italiano di unificazione nazionale.

Un selfie con Napoleone. A Parigi? Ma no: al Marengo Museum, dove l’Imperatore racconta la sua campagna d’Italia

Un selfie con Napoleone. A Parigi? Ma no: al Marengo Museum, dove l’Imperatore racconta la sua campagna d’Italia

Un selfie con Napoleone. A Parigi? Ma no: al Marengo Museum, dove l’Imperatore racconta la sua campagna d’Italia

“Al tempo stesso – si spiega ancora nella visita al museo - il carattere mitico assunto dalla vittoria napoleonica di Marengo origina infinite rappresentazioni, pittoriche, narrative, musicali, spettacolari, ancora ai nostri giorni, sempre adeguandosi ai cambiamenti sociali, economici, politici e culturali in più di due secoli di storia. Il Marengo Museum riconosce l’importanza assunta dalla inestricabile connessione esistente fra storia, mito e leggenda di Marengo e ne fa la cifra narrativa fondamentale intorno alla quale costruire il percorso museale”. In questa chiave il Marengo Museum individua la rappresentazione dell’evento e le sue infinite trasformazioni, dovute anche all’introduzione di nuove tecnologie (fotografia, cinema, computer graphics), come l’ambito di ricerca, studio e approfondimento in grado di fare del Museo uno strumento di conoscenza della storia. Ecco perché è un luogo più vivo che mai, da vedere indubbiamente.

Ma come si è arrivati alla realizzazione di questo centro di documentazione? L’artefice dell’operazione è stato Giovanni Antonio Delavo, che nell’imminenza del cinquantesimo anniversario della battaglia e la particolare congiuntura politica pensò di dar vita a questo Palazzo, senza tuttavia riuscire concretamente ad ottenere l’aiuto della Francia e dei francesi nella sua opera di conoscenza e approfondimento. Tanto da indebitarsi fino al collo per realizzare quello che ha lasciato in dote al territorio.
E’ suggestivo aggirarsi per le sale del Museo, seguendo un percorso logico che invita letteralmente a toccare e sperimentare, come lo zaino che un soldato francese doveva avere al seguito (30 kg di fardello!) o il suo moschetto, un’arma ingombrante lunga 152 centimetri senza baionetta e dal peso di ben 4,5 kg. Un’arma che poteva essere pericolosa anche per chi la usava: molti soldati rimanevano accecati dalla fiammata della polvere da sparo, altri rimanevano assordati. Dettagli e retroscena di vita vissuta, di come trovarsi al fronte non era semplice né piacevole. La vita era a rischio in ogni secondo.

Un selfie con Napoleone. A Parigi? Ma no: al Marengo Museum, dove l’Imperatore racconta la sua campagna d’Italia

Un selfie con Napoleone. A Parigi? Ma no: al Marengo Museum, dove l’Imperatore racconta la sua campagna d’Italia

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Naturalmente è irrinunciabile scattarsi un selfie accanto al ritratto del Generale opera di  Jean-Baptiste Édouard Detaille, il pittore francese accademico e artista militare, noto per la sua precisione e i dettagli realistici, considerato “l’artista semi-ufficiale dell’esercito francese”, una cui riproduzione a dimensione naturale campeggia in una sala del Museo. Se siete ad Alessandria e nel bellissimo Monferrato, non perdetevi una visita a Marengo: è avvincente e aiuta a capire molte cose della nostra Storia.

Per saperne di più
www.marengomuseum.it
www.alexala.it
www.monferratotravel.it

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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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