[ REPORTAGE ] Viaggio nel tempo a Singapore con le cartoline postali d’epoca insieme ai pescatori Dyak

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Giovanni Bosi, Singapore

E se bighellonando per quella che oggi è una megalopoli del mondo, con oltre 5 milioni di abitanti, capitasse di imbattersi in un imprevedibile luogo in cui trovare cartoline postali di oltre cento anni fa che la mostrano in versione originale, prima dell’incredibile sviluppo che ha avuto e che continua ad avere? Nella Città del leone, Singapore, cuore pulsante del Sud-Est asiatico, può accadere.

 

(TurismoItaliaNews) Diciamoci pure che l’occhio del collezionista non si riposa mai. E sì, perché filatelista, marcofilo, numismatico o grande appassionato della raccolta di documenti e oggetti postali in genere che sia, il collezionista trova sempre l’occasione di individuare cosa fa per lui. In effetti a Singapore forse potrebbe essere l’ultima cosa da attendersi: città futuristica ma ricca di tradizioni, alla fine si scopre che qui lo sguardo è sì rivolto verso il futuro, ma con solide radici nel proprio passato. E l’angolo romantico - tra grattacieli, centri commerciali infiniti, uno degli aeroporti più all’avanguardia del mondo come il pluri-premiato Changi Airport - alla fine lo trovi. E noi l’abbiamo trovato a due passi dal City Square Mall in Kitchener Road: splendide cartoline originali d’epoca realizzate da K.P. Hock e dalla The Continental Stamp Company che documentano in tempi non sospetti quello che il viaggiatore avrebbe trovato arrivando a Singapore un secolo fa, prima dello sviluppo esponenziale dell’estremità meridionale della penisola malese. La sorpresa è inevitabile, perché qui a Singapore si acquista in genere tecnologia, smartphone piuttosto che macchine fotografiche o obiettivi.

Viaggio nel tempo a Singapore con le cartoline postali d’epoca insieme ai pescatori Dyak

Viaggio nel tempo a Singapore con le cartoline postali d’epoca insieme ai pescatori Dyak

Viaggio nel tempo a Singapore con le cartoline postali d’epoca insieme ai pescatori Dyak

Ma post card come queste non penseresti mai di trovarle. E allora la curiosità si fa grande e all’addetto del negozio chiediamo come fanno ad averle: “E’ un piccolo stock che ci ha proposto un anziano commerciante che le aveva a casa, erano tutte in un contenitore che portava il marchio della società stampatrice. Abbiamo deciso di acquistarle perché ci è sembrata una bella curiosità da proporre ai turisti – ammicca – ma in realtà ci siamo resi conto che i più interessati si sono rivelati i miei concittadini”. Beh, non potrebbe essere diversamente: gli scorci e le persone che mostrano sono davvero interessanti, rivelandosi strumento di un viaggio nel tempo. Una panoramica della baia con centinaia di barche e canoe, un folto gruppo di ragazze malesi su un palafitta molto probabilmente in attesa di salire su un’imbarcazione; la prospettiva di Finlayson Green, con in primo piano un carro trainato da asinelli e sullo sfondo i grandi palazzi coloniali dall’inconfondibile stile europeo. E ancora l’Esplanade di Singapore, che ci riporta un ampio parco.

Ma la più straordinaria, perché è un autentico documento etnografico, è la cartolina che mostra cinque pescatori Dyak, la tribù nativa del Borneo: uno “scatto” che li coglie nella loro quotidianità, con in mano un grande arco, una lancia e quello che è forse il remo di una canoa. Come non riconoscere che si è di fronte a specialissimi ricordi della Singapore del passato? Oggetti imperdibili per il collezionista-viaggiatore. Siamo più o meno negli anni Dieci del Novecento e a suggellare il valore storico di queste cartoline postali è addirittura il Governo: nel sito internet ufficiale (www.nas.gov.sg) dei National Archives of Singapore è a disposizione online un archivio fotografico con immagini della città-stato tratte proprio dalle cartoline postali firmate The Continental Stamp Company.

Viaggio nel tempo a Singapore con le cartoline postali d’epoca insieme ai pescatori Dyak

Viaggio nel tempo a Singapore con le cartoline postali d’epoca insieme ai pescatori Dyak

La voglia di saperne di più è sempre in agguato: a fondare la coloniale Singapore nel 1819 come postazione commerciale della British East India Company fu Stamford Raffles; dopo il crollo della società nel 1858, le isole passarono di mano al British Raj come colonia della Corona. Isole, perché il territorio è in realtà costituito da un’isola principale insieme ad altre 62 isole appena a nord dell’equatore. E dall’indipendenza, la vasta bonifica ha aumentato le sue dimensioni totali addirittura di 130 chilometri quadrati, con una transizione dal terzo mondo al primo mondo – ci tengono a sottolineare a Singapore - in un’unica generazione, sotto la guida del padre fondatore, Lee Kuan Yew.

Con le vecchie cartoline in mano, “affacciarsi” dal Singapore Flyer a 165 metri d’altezza, con una visuale a 360° sulla città, finisce col diventare un’esperienza unica: mentre si è sulla ruota panoramica più grande dell’Asia, tornano alla mente le canoe sulla baia e quel gruppetto di pescatori Dyak. Chissà cosa ne penserebbero della loro odierna “tigre asiatica”?

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Viaggio nel tempo a Singapore con le cartoline postali d’epoca insieme ai pescatori Dyak

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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – twitter: @giornalista3

 

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