Le “punte di diamante” del pane italiano

(TurismoItaliaNews) La rivincita del pane artigianale e locale: una carta vincente per il turismo. La graduale diffusione nelle catene della grande distribuzione del "pane lavorato" (che comprende i semilavorati, i precotti, congelati o surgelati) ha creato non pochi problemi ai panificatori tradizionali, costringendo migliaia di laboratori storici in tutt’Italia a chiudere i battenti. Ma negli ultimi anni la tendenza si sta invertendo e il consumo di "pane fresco" è tornato in netta ripresa. Gli italiani che oggi dichiarano di comprare pane artigianale è pari al 57 per cento della popolazione, evidenzia la Cia. Ma c’è di più. Dal 2000 a oggi il pane fresco ha conquistato quasi 1,9 milioni di nuovi consumatori, soprattutto tra gli imprenditori, i dirigenti, i professionisti, gli impiegati, gli insegnanti e gli studenti. Si tratta di un target medio-alto che torna o accede per la prima volta al pane artigianale.

Il pane, dunque, corrisponde perfettamente ai nuovi stili alimentari moderni. Per la maggior parte degli italiani cioè - spiega la Cia - il pane non rappresenta più un prodotto basico, ma l’espressione "gastronomica" di tradizioni regionali, di elevato profilo qualitativo e lontane dalla omologazione del prodotto da supermercato. Un atteggiamento che premia le oltre 300 varietà di pane presenti in tutt’Italia e che emerge anche dai dati più turistici. Una recente indagine dell’Istat, infatti, sottolinea come lo spazio di crescita per il pane tipico e tradizionale sia ancora molto alto, soprattutto se associato alla riscoperta dei territori rurali e dei piccoli comuni. Basti pensare - rimarca la Cia - che oggi quattro turisti su dieci dichiarano di scegliere una meta turistica sulla base di ciò che offre dal punto di vista enogastronomico e che al 36 per cento degli intervistati in ogni vacanza capita di acquistare il pane tipico locale.

 

Pane di Altamura Dop
Con registrazione Ue del 18 luglio 2003, è stata la prima Denominazione di origine protetta in Europa nella categoria dei prodotti da forno. La zona di produzione è la Puglia, nel territorio del Parco nazionale dell’Alta Murgia, nelle province di Bari e Barletta-Andria-Trani. La forma a “cappello di prete” era impiegata in passato durante la transumanza, dal momento che la tanta mollica tratteneva l’umidità e consentiva al pane di restare morbido per giorni. Tra le curiosità, c’è la “cottura” del bollino, che viene applicato sulla forma prima che sia immessa in forno.

 

Pagnotta del Dittaino Dop
Con registrazione Ue del 17 giugno 2009, questa tipologia di pane si contraddistingue per la capacità di mantenere inalterate per ben cinque giorni le sue tipiche caratteristiche sensoriali, quali il sapore e la freschezza. Se conservata in luogo fresco e asciutto, il tempo di conservazione può arrivare fino a 10 giorni. Strettamente connessa all’utilizzo di grano duro, la pagnotta del Dittaino viene prodotta in Sicilia, interessando 14 comuni in provincia di Enna e i comuni di Castel di Iudica, Raddusa e Ramacca in provincia di Catania.

 

Coppia Ferrarese Igp
Con registrazione Ue del 17 ottobre 2001, la Coppia si distingue da tutti gli altri pani per la sua forma inconfondibile, caratterizzata da un corpo centrale e quattro “corna” chiamate crostini. Particolarmente indicata in accompagnamento ai salumi, la Coppia nacque in occasione del Carnevale del 1536, quando per la prima volta, nel banchetto organizzato in onore del Duca di Ferrara, fu portato in tavola un “pane ritorto” con i tipici cornetti. La zona di produzione è l’Emilia Romagna, in particolare la provincia ferrarese.

 

Pane Casareccio di Genzano Igp
Con registrazione Ue del 24 novembre 1997, questo tipo di pane ha una fragranza e un profumo inimitabile, che vanno attribuiti all’uso del lievito madre e alla qualità e varietà dei cereali impiegati. Da sempre nella tradizione rurale di Genzano, è strettamente collegato all’ideale di libertà: la spiegazione ci è data dallo storico Corrado Barberis, che racconta come “nel 1848, quando il comune decise di introdurre un monopolio sulla fabbricazione del pane, il circolo popolare di Genzano insorse perché esso avrebbe tolto alle famiglie più povere una pur minima entrata ricavabile dallo smercio del proprio prodotto a lavoratori di passaggio e a turisti. Così il Casareccio restò libero”. La zona di produzione è il Lazio e si sviluppa sull’intero territorio del comune di Genzano, in provincia di Roma.

 

Pane di Matera Igp
Con registrazione Ue del 21 febbraio 2008, rappresenta il prodotto simbolo della Città dei Sassi. La sua storia è raccontata da secoli di tradizione e cultura della civiltà contadina del luogo, che fanno risalire la sua origine ai tempi del Regno di Napoli. Per prepararlo, si utilizza semola di grano duro proveniente in larga parte da ecotipi locali e vecchie varietà, come l’antica e pregiata “varietà Cappelli”, che ha una spiga nera altissima. Il legame tra prodotto e territorio è testimoniato anche dalla forma del pane, che ricorda il paesaggio della Murgia materana. Viene prodotto in Basilicata in tutta la provincia di Matera.

 

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