Umbria, la tradizione del Piatto di Sant'Antonio Abate: a Santa Maria degli Angeli si rinnova la storia di devozione, solidarietà e vita quotidiana

Giovanni Bosi, Assisi
La tradizione affonda le sue radici nei secoli, tra devozione, solidarietà e vita quotidiana. La cornice è quella di Santa Maria degli Angeli, la frazione di Assisi conosciuta per il santuario che custodice la Porziuncola, la chiesina annoverata tra i luoghi francescani più importanti, perché proprio tra le sue mura san Francesco fece sua la vocazione. Ma questa tradizione è tuttavia legata all'amore per un altro santo, Antonio Abate, protettore degli animali, e all'attenzione per i bisognosi. E' il Piatto di Sant'Antonio, evento che si ripete immutabile evocando una storia del passato. Un piatto che poi è davvero... un piatto. Della cucina umbra ovviamente, semplice e genuina quanto gli umbri. L'appuntamento è per sabato 21 e domenica 22 gennaio.
(TurismoItaliaNews) Sullo sfondo c'è Assisi, adagiata sul fianco del monte Subasio. E già la cornice è meravigliosa. Non è da meno Santa Maria degli Angeli, in piena pianura, che tra i luoghi francescani è un punto cardine. Quello che un tempo era un semplice luogo di passaggio, ancorché legato alla storia del Poverello, oggi è il primo baluardo dell'accoglienza turistica assisiate. Ed è proprio qui che si dipana l'evento evocativo del passato, legato al suo essere stazione di posta, luogo strategico ed irrinunciabile per la sosta dei corrieri e delle diligenze che trasportavano persone, merci e corrispondenza. Ma anche e soprattutto per sostituire o rifocillare i cavalli.
Sin qui l'antefatto, il pretesto della storia si potrebbe dire. Che sabato 21 e domenica 22 gennaio torna a vivere per intero con la riproposizione di quel che accadde in origine. E soprattutto la degustazione del Piatto di Sant'Antonio: una razione di maccheroni, due fette di carne in umido, quattro salsicce, due polpette, pane, mezzo litro di vino e due mele. Ma andiamo in ordine. “Siamo a metà Ottocento: i cavalli a Santa Maria degli Angeli erano ricoverati nelle spaziose stalle di casa Boschetti – ci raccontano i Priori dell'associazione cui si deve il rinnovarsi della tradizione anno dopo anno – all’ingresso della stazione di posta era visibile, sulla vela di una volta, l’immagine affrescata di Sant'Antonio Abate nell'atto di scongiurare il fuoco che stava per investirlo, simbolo forse dell'epidemia che in quel tempo, circa il 1860, infieriva nelle nostre campagne e che fu fermata dal santo. Il morbo non risparmiava neppure i cavalli dei postiglioni, tanto che con un solenne triduo di preghiere si decise di invocare Sant'Antonio Abate. Il miracolo avvenne: l’epidemia fu soffocata e i cavalli furono salvati”.
Il racconto prosegue: “La storia ci dice che da allora, in segno di riconoscenza, ci si propose di solennizzare la festa del santo e di offrire alla popolazione una modesta refezione, impegno che fedelmente è stato raccolto dalle successive generazioni e tramandato fino ai giorni nostri dalla prioranza appositamente istituita”. E' nata così la consuetudine del Piatto di Sant’Antonio. “La regola sulla scelta dei priori è pure originale e mira ad assicurare un vincolo di continuità efficacissimo: ciascuno dei priori in carica deve scegliere, in segreto e liberamente, il proprio successore tra gli amici paesani e rivelarne il nome soltanto al venerdì sera precedente la festa”. Oggi è una ricorrenza che richiama angelani, assisani e moltissimi turisti, desiderosi di vivere l'evento ma anche di assaggiare questa tradizione nei ristoranti convenzionati, dove il Piatto di Sant'Antonio viene proposto ad un “prezzo “politico perché l'impegni è che i Priori provvedano a gran parte della spesa, tenuto conto che è nato come offerta generosa verso i bisognosi.
Nel pomeriggio di sabato, alle 16, è previsto in piazza Garibaldi l'arrivo dell'antica diligenza postale, modello inglese “The Coach” di colore giallo, che l’Associazione dei Priori del Piatto di Sant’Antonio Abate ha acquistato nel 2017, proprio allo scopo di ribadire l’importanza di questo mezzo di locomozione nella nascita della festa. A seguire si tiene il tradizionale focaraccio sul sagrato della Basilica di Santa Maria. Lo spettacolo che fa tornare indietro nel tempo è poi la processione solenne che si tiene a partire dalle 11, che quest'anno vede la partecipazione della Fanfara della Polizia di Stato a cavallo; poi la benedizione solenne degli animali con la distribuzione del pane benedetto offerto dai Priori serventi e quindi la consumazione del Piatto di Sant'Antonio Abate nei ristoranti convenzionati. Trovare un posto a sedere non è facile, a conferma di quanto sia amato e sentito questo evento.
Per saperne di più
www.festapiattosantantonio.it
www.visit-assisi.it