Essenza Lucano, l’epopea della famiglia Vena a Pisticci racconta una storia di persone, gusto e creatività

Angelo Benedetti, Pisticci / Basilicata
Un segreto trasmesso dall’inventore e fondatore al suo primogenito e poi fino alla generazione attuale, che ancora oggi è l’unica in azienda a conoscere l’ultimo tocco che rende il suo gusto inconfondibile dal 1894. E sì, perché la ricetta si compone di più di trenta ingredienti e un segreto che la famiglia Vena si tramanda di generazione in generazione. La sua etichetta è ricca di storia e di elementi che segnano il legame con il territorio e con la tradizione culturale lucana: i colori rosso della passione e dell’animo impulsivo e verace dei Lucani e il giallo del sole delle terre di Basilicata. E’ l’Amaro Lucano, testimonial di una grande storia di persone.
(TurismoItaliaNews) Siamo a Pisticci, in Basilicata: è qui che sorge il quartier generale della storica azienda, lungo il viale che porta il nome del suo fondazione: il cavalier Pasquale Vena. E’ in questo centro in provincia di Matera, tra le colline e il mar Ionio, che si tramanda una passione da generazioni e che viene raccontata nel museo-esposizione in cui si compie un vero e proprio viaggio nel tempo e nel gusto, attraverso documenti, attrezzature, racconti e testimonianze che danno corpo e sostanza ad una vera e propria epopea familiare. Di cui è piacevole scoprirne gli aspetti meno noti.
Il fondatore, un pasticcere con la passione per l’erboristica, nasce da queste parti nel 1871: Pasquale Vena gioca inizialmente la carta del biscottificio, ma lui che ama sapori e colori del suo territorio si dedica parallelamente allo studio di una bevanda che possa trovare in una miscela di erbe il successo e il gradimento del pubblico. Ci riesce alla grande, trovando finalmente il mix ideale per quello che sarà l’Amaro Lucano.
E’ il 1894: “la fama di Amaro Lucano in poco tempo si espande per raggiungere persino i salotti della Reale Casa Savoia. Al Re piace costì tanto che nonno viene nominato Cavaliere e la sua piccola azienda diventa fornitrice ufficiale di Casa Savoia nei primi del Novecento – racconta Pasquale Vena junior, presidente e nipote del fondatore - nel 1965 avviene la svolta, con la produzione che si trasferisce nel nuovo stabilimento di Pisticci Scalo. Qui si arriva alla cifra record di 117mila litri di Amaro Lucano annui. Mio padre e mio zio Giuseppe, degni eredi del padre, hanno trasformato il sogno del cavalier Pasquale in una splendida realtà che oggi ho l’onore di guidare con la preziosa collaborazione di mia moglie Rosistella e dei miei figli Leonardo, Francesco e Letizia, quarta generazione dei Vena. A loro consegnerò la ricetta segreta dell’Amaro di cui sono, ad oggi, l’unico conoscitore. Dal 1894 sappiamo cosa vogliamo di più dalla vita”.
Già, ma il segreto è di certo uno degli aspetti più appassionati accanto ai trenta ingredienti. Non a caso le erbe officinali e le piante aromatiche crescevano e crescono rigogliose nelle terre di Lucana e delle cui proprietà benefiche Pasquale Vena senior era venuto a conoscenza durante l’esperienza di lavoro napoletana. “E’ stato così che il nostro fondatore è diventato un ‘perfetto alchimista’ di erbe officiali e il suo Bar Pasticceria di Pisticci, una vera e propria ‘apoteka’ impegnata di sentori e profumi inebrianti” raccontano in azienda.
Oggi le erbe utilizzate per il prodotto arrivano da tutto il mondo, vengono selezionate, essiccate in modo naturale e frammentate, per andare a comporre il giusto equilibrio aromatico dell’Amaro. Tra queste ci sono l’assenzio romano, l’assenzio gentile, la salvia sclarea, l’achillea moscata, il cardo santo, l’arancio amaro, la genziana, l’angelica, il sambuco, la ruta, l’aloe, l’olio essenziale di cannella… Il tocco finale, come detto, è rigorosamente top secret. Addirittura conservato in cassaforte.
Leggere con attenzione i pannelli illustrativi del museo, osservare strumenti impiegati in passato nel ciclo di produzione e i documenti che raccontano la storia aziendale, si rivela l’occasione per rivivere uno spaccato del modo di creare e di lavorare di ieri. La produzione dell’Amaro Lucano si basa su tre distinti processi di estrazione: la macerazione, la torchiatura e la distillazione per l'ottenimento degli olii essenziali che sono tra gli ingredienti più importanti del prodotto, perché ne connotano il carattere distintivo. Ma si fa anche conoscenza con la Pacchiana, simbolo di Pisticci assunto anche come simbolo dello stesso Amaro Lucano, protagonista indiscussa della maggior parte delle fotografie del passato.
“Questo vestito era indossato principalmente a Pisticci ma anche nel resto della regione – ci spiegano durante la visita - dalle donne appartenenti al ceti meno abbienti. Era chiamato così perché faceva il verso agli abiti sfoggiati dalle ‘signure’ delle classi sociali benestanti rispetto ai quali risultava spesso di minore qualità per via dei tessuti poveri impiegati (tranne in rare occasioni legate ad eventi e date importanti) e per le fattezze particolarmente vistose date dagli eccessivi dettagli del ricami e dai colori molto sgargianti. Il grembiule era utilizzato di questa tonalità nei rari periodi in cui la donna non doveva palesare un lutto (rari perché i lutti legati alla morte di un familiare potevano avere una durata molto lunga; spesso addirittura lo si portava per tutta la vita)”. Sull’etichetta dell’Amaro Lucano la Pacchiana indossa l’abito della tradizione seppure con un colore scelto per renderlo più vivace e luminoso. Gli orecchini e “u pundandiff” (la collana con il pendente) erano i gioielli con cui tipicamente si abbellivano le pacchiane nei giorni di festa: spesso erano ornati con motivi floreali e al centro avevano una pietra preziosa.
Con la nascita degli aperitivi e dei cocktail, anche Amaro Lucano ha finito con l’assumere un proprio ruolo come ingrediente tipo, assecondando anche da questo punto di vista il gusto e le tendenze grazie a gradevoli note agrumate e floreali.