Marche, la Signora della Tomba 9: a Torre di Palme il mistero della donna dal prezioso abbigliamento con gioielli di ambra e bronzo
Giovanni Bosi, Fermo / Marche
Ancora oggi è un autentico mistero, peraltro difficilmente risolvibile e affidato dagli studi degli archeologi a intuizioni e confronti. Così i resti di quella donna vissuta intorno al VI secolo a.C., ma ancor più la sua sepoltura e quello che c’era dentro, diventa un’autentica attrazione nel Museo archeologico di Torre di Palme. Guardando il tutto un brivido scorre veloce, lasciando poi il posto all’emozione di poterlo ammirare da vicino: lei doveva avere una quarantina di anni, certamente un personaggio di spicco nella comunità dei Piceni cui apparteneva. Ecco perché. E soprattutto perché una visita a questo piccolo museo è irrinunciabile.
(TurismoItaliaNews) Intanto non si possono non spendere parole per la splendida cornice che accoglie il Museo archeologico. Torre di Palme, borgo del Comune di Fermo, affacciato sull’Adriatico, è un luogo che conquista il cuore per la sua bellezza e per la cura con cui è mantenuto. Non è un caso se è uno dei luoghi più amati del territorio. “E’ un borgo dalla rara uniformità architettonica, che sorprende il visitatore con scorci urbani di fascino unico” ci dice con entusiasmo Annalisa Cerretani, assessore alle politiche per il turismo, mentre insieme percorriamo le strette viuzze che si snodano tra le facciate in cotto delle case fiorite di gerani, che inquadrano ampie vedute del mare e delle colline circostanti. “Basta visitare il Museo Archeologico con i reperti di tombe picene e le pregevoli chiese medievali per immergersi in un’atmosfera di altri tempi. E’ qui che conserviamo le memorie dell’età del Bronzo e dei Piceni” aggiunge.
In effetti la raccolta archeologica, per la quale è arrivato il disco verde all’ampliamento dello spazio espositivo con la presentazione di nuovi reperti mai mostrati al pubblico, è un fiore all’occhiello per Fermo, che ha deciso di mantenere sul posto le preziose documentazioni arrivate dal passato grazie agli scavi archeologici svoltisi nei pressi di Torre di Palme, che peraltro dal 2017 è ospite onorario dei Borghi più belli d’Italia. Scavi che hanno riportato alla luce necropoli picene in contrada Cugnolo grazie ad Edison E&P e alla direzione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, coronati infine dall’intervento del Comune di Fermo che ha voluto destinare all’esposizione un palazzetto in stile neoguelfo all’ingresso del suggestivo borgo, abbarbicato su uno sperone roccioso.
Ma veniamo al mistero della donna il cui corpo era adagiato in quella che gli archeologi hanno individuato come Tomba 9. Non si hanno notizie precise su di lei, ma una serie di indizi lasciano presupporre che non fosse una persona qualsiasi per il suo popolo che abitava queste colline affacciate sul mare. “Vissuta nel VI secolo a.C., la defunta era adagiata in una profonda fossa, rivestita da ciottoli e chiusa da un tavolato di legno – ci spiegano durante la visita al museo archeologico - era deposta con cura, sul fianco destro, con sontuose vesti e avvolta in un sudario, chiuso con alcune fibule da capo a piedi. Alcune enormi fibule in ferro e ambra, disposte sulle spalle e ai lati del torace, erano appuntate al sudario o a un pesante mantello”. L’abbigliamento doveva essere ricchissimo e ricamato con numerose perle di vari materiali, arricchito da preziosi gioielli di ambra e bronzo e da una vistosa acconciatura. Sul bacino era deposto un anellone in bronzo a quattro nodi, oggetto dal significato ancora sconosciuto, tipico delle sepolture delle donne di rango nel territorio piceno meridionale, forse legato al tema della fertilità e a un simbolismo religioso.
“Un corredo di vasi era sistemato verso i piedi della defunta: si componeva di contenitori per oggetti, bere e versare liquidi e anche di un cothon, un piccolo vaso tipico del mondo piceno, di uso ancora non compreso – ci spiegano ancora - completavano il corredo gli strumenti per il taglio e la cottura delle carni: spiedi e coltello. L’attività simbolica della filatura e della tessitura è rappresentata da sei rocchetti da telaio, da una fuseruola pentagonale e da una coppia di ossi decorati che formavano, forse, una conocchia”. Ecco allora che l’immagine della donna che emerge dallo studio del corredo, è quella di una persona eminente nella sua comunità, che poteva probabilmente prendere parte ai banchetti, momento di esibizione della potenza economica della famiglia di appartenenza, che possedeva dei telai e quindi controllava economicamente l’attività di produzione e dei tessuti e dei prodotti della lana. E’ emozionante ammirare questa documentazione incredibile che ci arriva direttamente dal passato, uno stralcio di storia di almeno 2.600 anni fa.
Le tombe ritrovate intorno a Torre di Palme costituivano due diverse necropoli, una ai piedi di un alto costone su un piccolo pendio dove sono state scavate due sepolture; la seconda necropoli si estendeva poche centinaia di metri più a ovest, sul fondovalle pianeggiante, dove è stata scavata una ventina di tombe del VI secolo a.C., oltre a una sepoltura molto più antiche, dell’età del Bronzo. “Rappresentano una scoperta importante per l’intero ambito regionale, con inaspettati contatti culturali verso tutta la penisola italiana” tiene a dire l’assessore Annalisa Cerretani. Inclusa la commovente tomba di una bambina, sempre databile al VI secolo a.C.: qualcosa di lei ci dicono la ciprea (cioè la valva di conchiglia) e il pendaglio con i cavallini tipici delle sepolture femminili, che avevano probabilmente la con funzione di amuleti.
Ma naturalmente non si può dimenticare tutto il resto quando si è nel borgo. Spiccano l’antico Palazzo Priorale del XIV secolo, il tempio di Sant’Agostino dove si conserva un pregevole Polittico di Vittore Crivelli (fine del XV secolo), la chiesa di Santa Maria a Mare (XII-XIII secolo) con un impianto romanico – gotico e incredibili bacini in maiolica del XIV secolo che decorano le pareti della sagrestia mentre all’interno una raffigurazione della Madonna di Loreto (XV secolo) rapisce il visitatore più attento. "Da ricordare che questo borgo insieme a Fermo e alle località del lido fermano, come Marina Palmense - aggiunge Angelo Serri, direttore di Tipicità - è un elemento di spicco e di richiamo del Grand Tour delle Marche promosso da Tipicità". E sì, Torre di Palme ti conquista subito.
Per saperne di più
www.visitfermo.it
www.fermomusei.it











