Il filo che incanta: Sansepolcro e la poesia senza tempo del merletto, una storia della Valtiberina toscana
Nella Valtiberina toscana, a pochi passi dal confine con Umbria e Marche, si trova un borgo che custodisce un’arte fatta di pazienza, grazia e memoria: Sansepolcro, la città di Piero della Francesca e del Merletto a fuselli, un capolavoro di creatività femminile che da oltre un secolo continua a incantare il mondo. Camminare tra le strade eleganti e raccolte di Sansepolcro significa respirare un tempo sospeso, in cui l’arte non è solo pittura o architettura, ma anche trama di fili che raccontano storie. Qui il merletto non è semplice artigianato: è patrimonio culturale, testimonianza viva di un saper fare che intreccia generazioni.
(TurismoItaliaNews) La rinascita del merletto a Sansepolcro porta la firma di due donne visionarie: Adele e Ginna Marcelli. All’inizio del Novecento, studiarono modelli provenienti da Italia, Francia e Fiandre, li reinterpretarono con gusto personale e, nel 1900, fondarono la Premiata Scuola di Merletto a Fuselli. Grazie anche all’ingegno del padre – che ideò il particolare supporto in legno per il tombolo – e alla creatività di Domenico Petri, marito di Ginna e autore dei raffinati disegni, le sorelle trasformarono un sapere diffuso in una vera arte riconoscibile. I motivi erano poetici e suggestivi: trine a vasi, a ciocche, a burattini, “la foresta” e “l’albachino”.
In pochi anni, la scuola coinvolse centinaia di donne: artigiane che lavoravano nei laboratori e oltre un migliaio di merlettaie a domicilio in tutta la Valtiberina. Le loro opere conquistarono esposizioni internazionali, ottenendo premi e medaglie d’oro in Europa e in America. La leggenda, però, spinge il filo ancora più indietro: si racconta che già nel Medioevo, in Toscana, si parlasse di “Merletto alla Medici”, raffinata decorazione diffusa tra conventi femminili e corti nobiliari. In un centro colto e mercantile come Sansepolcro, crocevia di culture e commerci, non è difficile immaginare che il filo fosse da sempre compagno di preghiere, educazione e vita quotidiana. Le sorelle Marcelli seppero così trasformare una pratica antica e silenziosa in linguaggio artistico, restituendole dignità e visibilità.
Chi oggi visita Sansepolcro può scoprire questo universo nello Spazio del Merletto, un piccolo ma prezioso museo inaugurato nel 1996. Qui sono conservati disegni originali, prove di lavorazione, cataloghi, trine e strumenti appartenuti alla storica scuola Marcelli. Ogni teca sembra sussurrare la pazienza di mani che, con ago e filo, hanno intessuto non solo tessuti, ma anche la memoria di una comunità. L’iniziativa nacque insieme all’Associazione “Il Merletto nella città di Piero”, che da allora si impegna a tramandare e rinnovare la tradizione, formando nuove generazioni e organizzando eventi per tenere viva la magia del tombolo.
Il merletto di Sansepolcro è dunque più di un ricamo: è un simbolo di identità, un ponte tra passato e presente, una poesia fatta di gesti lenti che resistono alla modernità. Visitare questo borgo significa immergersi in un intreccio di arte, cultura e turismo: dai capolavori di Piero della Francesca ai merletti delle Marcelli, dalle architetture rinascimentali ai laboratori ancora attivi, Sansepolcro racconta il valore della bellezza coltivata con pazienza. E così, davanti a un tombolo intarsiato di fili sottili, si comprende come da un semplice intreccio possa nascere qualcosa di eterno: un filo che unisce i secoli e continua a incantare chiunque lo sfiori con lo sguardo.
Per saperne di più
Associazione “Il Merletto nella città di Piero”
p.zza Garibaldi 2 – 52037 Sansepolcro (Ar)
ilmerlettodisansepolcro.it





