“Truffe / Truffe. Il tartufo: una storia di grandi passioni”, quando la terra incontra la cultura: il lascito di Francesco Allegrucci diventa un libro che unisce storia, arte e sapore

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Giovanni Bosi, Gubbio / Umbria

È nato dal cuore e dall’intelligenza di un uomo che ha saputo guardare al tartufo non solo come eccellenza gastronomica, ma come patrimonio culturale dell’umanità. “Truffe / Truffe. Il Tartufo: una storia di grandi passioni”, volume elegante e profondamente evocativo, è l’ultimo progetto di Francesco Allegrucci, collezionista e studioso di stampe e libri antichi, appassionato interprete del mondo del tartufo. Un progetto che ha visto la luce solo dopo la sua prematura scomparsa, grazie alla dedizione e alla sensibilità della moglie Barbara Bettelli Allegrucci, che ne ha raccolto l’eredità ideale e scientifica trasformandola in un’opera compiuta.

 

(TurismoItaliaNews) E’ davvero un libro nato dall’amore e dalla cultura. Curato dagli autori Marco Maovaz e Sonia Merli, per i tipi di Fabrizio Fabbri Editore, il volume è molto più di una pubblicazione tematica: è una ricerca storico-iconografica di ampiezza inedita, che attraversa secoli di rappresentazioni e significati del tartufo, dalle fonti arabe ai manoscritti medievali, dalle cinquecentine agli erbari ottocenteschi, fino ai manifesti pubblicitari del Novecento. L’opera si articola in quattro sezioni — Storia, Iconografia, Gastronomia e Bibliografia — e si distingue per un sontuoso apparato di illustrazioni, provenienti in larga parte dalla Collezione Allegrucci, dove scienza, erudizione e letteratura si intrecciano con la grazia e il fascino della scoperta.

Barbara Bettelli Allegrucci

“Questo libro, nato da un’idea di mio marito Francesco — ci racconta con emozione ed orgoglio Barbara Bettelli Allegrucci — è stato dato alle stampe con un misto di commozione e soddisfazione per essere riuscita a portare a compimento un ambizioso progetto che la sua prematura scomparsa ha interrotto sul nascere, il 22 maggio 2021. In questa nuova e affascinante impresa editoriale sono stata affiancata da Sonia Merli e Marco Maovaz, due studiosi che hanno ripreso in mano i molteplici materiali raccolti negli anni da Francesco, approfondendoli e arricchendoli sia sul versante storico-scientifico che su quello iconografico e bibliografico”. “Desidero ringraziare di cuore l’editore Fabrizio Fabbri, per l’elegante veste grafica e per aver creduto senza esitazione in un progetto innovativo, e Giuliano Martinelli, amico di lunga data di Francesco, che ha sostenuto con generosità questa pubblicazione – aggiunge la signora Barbara - con questo libro vogliamo tramandare nel tempo il grande impegno di mio marito nella promozione e valorizzazione del tartufo come ambasciatore della tavola italiana nel mondo, ma anche la sua straordinaria passione per stampe e libri antichi, come dimostra la sezione dedicata all’iconografia di questo misterioso e meraviglioso frutto della terra”.

Il tartufo: un simbolo che unisce mito, scienza e identità

Simbolo di lusso e di mistero, afrodisiaco e curativo, il tartufo attraversa da secoli culture, religioni e tavole nobiliari. La sua conoscenza — sospesa tra mito e medicina — ha sempre evocato un senso di sacralità naturale, in bilico fra la scienza botanica e la poesia della terra. Per la prima volta, un libro riesce a raccontarne l’evoluzione culturale, ricostruendo un vero e proprio atlante iconografico attraverso fonti originali e testimonianze visive. È, a tutti gli effetti, la prima e unica iconografia del tartufo mai realizzata.

Francesco Allegrucci

Gubbio

Il valore culturale del tartufo e la visione di Francesco Allegrucci

“Per anni si è guardato al tartufo solo come a un valore gastronomico, turistico o economico, ma mai si era pensato di narrarlo esaltandone la dimensione culturale – ha voluto sottolineare nella prefazione Michele Boscagli, presidente dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo - questa svolta di pensiero si è avuta nel 2012, quando — avvertita l’esigenza di un progetto comune — gli attori della filiera hanno messo a disposizione la propria esperienza per definire un approccio culturale volto a un obiettivo ambizioso: la candidatura a Bene Immateriale dell’Umanità Unesco. Chi conosce il mondo affascinante e misterioso dei tartufai come lo conosceva Francesco Allegrucci — autore nel 1992 di ‘Un diamante in cucina’ — sa quanto questa evoluzione sia stata straordinaria. Ha portato consapevolezza su quanto la cultura del tartufo sia identitaria e radicata nei territori, e al tempo stesso quanto essa costituisca uno dei collanti della biodiversità e dell’etnodiversità italiana. Parliamo di un patrimonio di conoscenze e pratiche pre-agrarie indispensabili per contrastare l’abbandono delle campagne e i cambiamenti climatici che oggi incidono sulle attività legate alla terra”.

Boscagli aggiunge: “Ci auguriamo che il riconoscimento ottenuto nel dicembre 2021 dalla Cerca e cavatura del Tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali, come Bene Immateriale Unesco, possa favorire una maggiore consapevolezza sull’importanza della tutela e dello sviluppo di questo frutto prezioso della terra. Senza interventi seri e lungimiranti, rischia di non caratterizzare più i nostri paesaggi e la nostra identità rurale”.

Il pregiato tartufo bianco che si raccoglie nel territorio eugubino

Un libro che unisce memoria e futuro

“Truffe / Truffe. Il Tartufo: una storia di grandi passioni” non è solo un omaggio a un uomo e alla sua passione, ma un tassello prezioso nella narrazione di un patrimonio condiviso. Nel lavoro di Francesco Allegrucci e nella tenacia di Barbara Bettelli si riflette l’essenza stessa del tartufo: un dono che nasce nel buio della terra per portare luce, cultura e bellezza.

Un libro da leggere, ammirare e custodire. Come un diamante della memoria, scolpito nel profumo della terra.

 

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