Elba Active, la visione olistica (del food) in chiave elbana: le specialità dell’Isola a tavola si tramutano in benessere

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Un menù Energy o piuttosto un menù “remise en forme”. O magari un menù “gusto senza colpa” per chi a tavola osa un po’ dio più ma non ha problemi a bruciare calorie? Come la pensiate e comunque vogliate mangiare, all’Isola d’Elba sanno accontentare qualche esigenza di palato e di calorie. E un esempio concreto di quanto tutto questo sia vero, la gemma dell’arcipelago toscano ne ha dato dimostrazione a “Tipicità”, il festival delle eccellenze in riva all’Adriatico.

 

(TurismoItaliaNews) In genere l’Isola d’Elba non va in trasferta per autopromuoversi, perché giustamente se vuoi capire fino in fondo l’essenza di un luogo devi andare necessariamente lì. Ma a volte le occasioni sono troppo ghiotte per non esserci e così gli elbani hanno accolto con entusiasmo l’invito di “Tipicità”, il Festival marchigiano svoltosi al Fermo Forum, a rendere protagonista l’Isola d’Elba non solo con il suo straordinario patrimonio naturale, ma anche il food. Imperniato, neanche a dirlo, sulle eccellenze attraverso i suoi menu Elba Active, che fanno del personal wellness, il benessere personale attivo, il loro mantra: stare bene con se stessi e con gli altri.

“L’Elba Active è una visione olistica in chiave elbana – ci spiega Claudio Della Lucia, ceo della gestione associata Turismo Elba - dove il benessere è declinato a 360 gradi. Elba Active significa infatti fare una vacanza rilassante all’insegna dell’attività fisica secondo le proprie preferenze, a contatto con una ricca biodiversità ambientale e provare le esperienze più diverse tra natura, cultura e storia. Elba Active è l’occasione per rimettersi in forma dopo l’inverno e prepararsi per la bella stagione”. “Ma Elba Active significa anche vivere una food experience a tutto tondo – aggiunge Andrea Rossi, marketing and experience manager di Visit Elba - grazie a prodotti naturali e una cucina semplice, sana e piena di sapori. Nei locali convenzionati elbani vengono proposti 3 menù tematici che coniugano la cucina classica e gli ingredienti elbani con le necessità alimentari di chi deve rimettersi in forma o dello sportivo puro e di cui questa sera saranno presentati alcuni assaggi”.

I menù (“energy”, “remise en forme” e “gusto senza colpa”) sono stati studiati dallo chef elbano Michele Nardi con la supervisione della biologa nutrizionista Francesca Moncini, per coniugare il sapere e il “saper fare” della tradizione elbana con le più moderne conoscenze nel campo della nutrizione, all’insegna di una cucina sana, bilanciata, con gusto e senza sacrifici. E allora vediamo più in dettaglio di cosa si tratta.

Menu “Energy”
Un menu differenziato per esigenze di consumo di calorie in grado di sostenere uno sforzo fisico importante, considerando però che non si tratta di un profilo iperallennato e interessato alle gare agonistiche, ma di un viaggiatore interessato agli sport impegnativi. La componente di gusto e la varietà dei piatti rimane sempre un elemento importante di questo menu.

Menu “Remise en forme”
E’ un menu leggero, con apporto calorico contenuto e con caratteristiche “detox”, in grado di supportare il recupero della linea ideale, con prodotti tipici del territorio. Ovviamente per i turisti elbani, non sarà sufficiente fornire un menù dietetico con gusto, perché non possiamo aspettarci che possano dimagrire nel breve periodo di permanenza all’Elba, ma il menu “Remise en Forme” potrà rappresentare il momento iniziale di un percorso alimentare di rieducazione alimentare e di ritorno al cibo sano, che gli elbani conoscono bene.

Menu “Gusto senza colpa”
Un menu di scoperta dei piatti più tipici del territorio, con un interesse per la cucina sana, ma senza rinunciare al gusto. Questo menu è pensato per viaggiatori attivi e attenti al proprio peso forma, ma che non rinunciano a gratificarsi, assaggiando anche i dolci locali e le ricette più ricche di sapore e compensando le calorie in eccesso (da cui, “gusto”) con una moderata attività fisica (da cui, “senza colpa”). Sinteticamente si può parlare di esperienza sensoriale equilibrata, ma con piccole concessioni alla trasgressione per quanto concerne il gusto.

I tre menu sono stati presentati nel corso della serata di gala dedicata all’Isola d’Elba svoltasi all’Hotel Orizon di Montegranaro, in un “percorso” di grande gusto in abbinamento con i vini dei produttori elbani: Hermia, un Elba Bianco in anfora dell’azienda agricola Arrighi, il Vermentino Dop dell’azienda agricola La Chiusa, l’Elba Bianco Doc “La Risacca” dell’azienda agricola Mazzarri e il Docg Aleatico Passito dell'Elba prodotto dall’azienda agricola Mazzarri.

Di seguito il menù nel dettaglio.

Apertivo. Polpo all’elbana alla forchetta

1. Assaggi dal Menu “Energy”
Piccola visita alle miniere (mousse leggera di patate con tortino di stoccafisso alla riese)
Orzotto alle uova di pesce mantecato al calasole e piccoli bocconi di cinghiale in salmì  bianco
Totano ripieno all'elbana con purè di cicerchie alle erbe di primavera

2. Assaggi dal Menu “Remise en Forme”
Palamita dell'Elba sott'olio con insalata di misticanza selvaggia e fiori
Risotto mantecato al nero di seppia
Gaspaccio alla capoliverese

3. Assaggi dal Menu “Gusto senza Colpa”
Seppie trifolate in spiedo di rosmarino con crema di borragine e pepite di patata
Ribollita delle vie del ferro in conca di pane con frutti di scoglio
Medaglioni di tonno rosolati alle erbe e fiori di primavera con carpaccio di verdure del contadino all'aceto di erbe spontanee della costa

Dessert
-barretta energetica ai frutti elbani
-sportella e cerimito
-schiaccia briaca
-pan ficato
-imbollita

Insomma ci sono mille motivi validi per visitare l’Isola d’Elba. Sole, mare, spiagge, storia, cultura e non può mancare un assaggio della cucina locale, dove tutto parla di tradizioni culinarie che raccontano una lunga storia di incontri tra popoli, di simbiosi culturali, di scambi di ricette. La cucina elbana risente infatti di influenze orientali e spagnole dovute alle costanti invasioni saracene e al dominio iberico sull’isola. Anticamente divisa in cucina di montagna e cucina di mare, oggi è possibile gustare le diverse tradizioni in qualunque ristorante dell’isola, variando a seconda delle esigenze. Una cucina diversa da quella Toscana,  uno scrigno di veri sapori isolani, patrimonio di antica saggezza e di moderna passione per i gusti decisi.

Cucina di mare o cucina di terra?

Il pesce. La cucina elbana a base di pesce si basa su piatti semplici e sani ma molto gustosi e diversi dalla “solita” cucina di mare, nei quali domina la fantasia degli accostamenti tra pesce e aromi tipici dell’isola. Uno dei piatti tipici è il cacciucco, originario di Livorno,  ma personalizzato grazie all’impiego di erbe aromatiche: una zuppa di pesce molto gustosa, con pomodoro, aglio e peperoncino in aggiunta a diversi tipi di pesce “povero” e crostacei. Un’altra zuppa elbana di tradizione antica è la sburrita, un piatto di origine spagnola molto amato dai lavoratori delle miniere elbane  e tipico di Rio Marina,  a base di baccalà, aglio, erbe aromatiche e olio d’oliva, servito su fette di pane abbrustolito. Tra le altre peculiarità dell’Isola anche la Palamita (presidio Slow Food), un pesce che fa parte della famiglia degli sgombri e dei tonni che si presta ad innumerevoli preparazioni (es. il sugo di Palamita, filetti sott’olio, ecc).

Funghi, castagne e cinghiale. Grazie anche alla sua diversità paesaggistica, l’isola offre, oltre alla cucina di pesce, molte altre specialità montane: infatti, essendo ricca di verde nella zona occidentale e in particolare nel marcianese,  in autunno  - ma anche in primavera inoltrata - abbondano i funghi e se ne  possono raccogliere ben 200 specie , fra cui  i più importanti sono certamente il porcino e l'ovulo. Nello stesso versante dell’isola, in particolare a Marciana, è molto comune la crescita di grandi castagni; le castagne, fresche, secche o divenute farina, erano considerate basilari per l’alimentazione fino agli anni cinquanta, ed oggi i suoi derivati si trovano spesso sulla tavola, dal pane alla pasta. A goderne sono gli abbinamenti con la carne di cinghiale , utilizzata in molte ricette all'Isola d'Elba come le pappardelle al ragù di cinghiale, oppure cinghiale stufato, alla bracconiera, con le olive all’etrusca, con i porcini, alla cacciatora.

L’eccellenza: il vino dell’Elba Il vero fiore all’occhiello dell’isola è il vino. Qui la coltura della vite ha origini antichissime: i muretti a secco che delimitano i vigneti risalgono ad oltre 3.000 anni fa. Plinio il Vecchio definì l’Elba insula vini ferax, “l’isola che produce tantissimo vino”, sui fondali giacciono infatti numerosi relitti di navi cariche di anfore dirette ai principali porti d’Europa. I Medici ed i Lorena difesero la coltura della vite e lo stesso Napoleone ordinò l’impianto di nuovi vigneti. Ben 7 vini dell’Elba oggi si fregiano del marchio Doc, meritato premio ad una tradizione millenaria, e recentemente, l’Aleatico - il vino passito che si ottiene da uve autoctone - ha ottenuto la Docg, a fianco dei grandi vini toscani come il Chianti e il Brunello.

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