Reynisfjara, le leggende della spiaggia di sabbia nera: l’Islanda più affascinante davanti all’Oceano immenso
Giovanni Bosi, Reynisfjara / Islanda
E’ reputata una delle dieci più belle spiagge non tropicali del mondo, assolutamente da visitare. E in effetti è davvero così: suggestiva, immensa, dall’atmosfera lunare. Per certi versi persino inquietante, ma di sicuro unica e straordinaria. Siamo in Islanda: è nel sud dell’isola che si incontra Reynisfjara, la spiaggia di sabbia nera dominata da colonne di basalto, formazioni laviche, scogliere imponenti e grotte. Un luogo imperdibile per gli amanti della natura.
(TurismoItaliaNews) E’ irrinunciabile vedere Reynisfjara. Così di buon’ora ci mettiamo in marcia dalla capitale Reykjavik per spostarci verso la regione di Suðurland, il sud dell’Islanda, in direzione di Vík í Mýrdal, percorrendo la Hringvegur (la strada ad anello che segue il periplo dell’isola) che ci consente di ammirare il paesaggio straordinario e cangiante della Terra del fuoco e del Ghiaccio. Sono poco più di 180 km da coprire in circa 2 ore e mezzo, fermandoci però di tanto in tanto per scattare foto in luoghi altrettanto iconici e meravigliosi. Inutile dire che nell’immensità di questa terra, la protagonista è sempre la natura, con paesaggi e scorci che ti conquistano per la loro bellezza grandiosità.
La costa meridionale è altrettanto interessante quanto la zona del Golden Circle, nel sud-ovest dell'Islanda, in genere tra i primi luoghi che si visitano per highlights famosissimi come il Parco nazionale di Thingvellir, la cascata di Gullfoss, la Laguna Blu e l’area geotermale dei Geysir. Quando però si arriva a Reynisfjara, di gran lunga la più bella e famosa dell’isola, è come ritrovarsi con se stessi davanti alla sua bellezza inquietante. Perché le dimensioni dello spazio, dell’oceano, delle rocce sono tali da farti comprendere quanto l’uomo sia una particella infinitesimale della Terra. Basti pensare che da qui l’unica terra a sud è l’Antartide…
Lasciamo l’auto nel piccolo villaggio di pescatori di Vík í Mýrdal e ci incamminiamo verso la spiaggia, attratti dai faraglioni di Reynisdrangar che spuntano dall’Atlantico a due passi sotto dal monte Reynisfjall. Oceano che non deve mai essere perso di vista, come ammoniscono i cartelli presenti: la zona è conosciuta per le sue onde selvagge che arrivano all’improvviso per infrangersi con violenza sulla battigia e possono travolgere chi incautamente non presta attenzione.
C’è una leggenda che aleggia intorno ai curiosi pinnacoli di basalto in mezzo al mare: la loro forma curiosa ha alimentato la storia (una delle tante, assai care a chi vive nel nord Europa) che si tratta di due troll pietrificati mentre erano intenti a trascinare una nave a tre alberi verso la costa prima che sorgesse il sole, ma sorpresi dalla luce del giorno. Il troll, nella mitologia scandinava, è una creatura umanoide che vive nelle foreste dell’Europa settentrionale. Ma ci sono anche altre leggende, come quella di una donna rapita dai troll e congelata di notte: il marito non era in grado di assicurarle una casa per vivere e l’uomo, dopo essersi fatto promettere dai due spiriti maligni che non avrebbero più ucciso nessuno, decise di accettare il suo destino, accontentandosi di tornare di tanto in tanto ad ammirare le rocce e il mare a Reynisfjara.
E’ così: qui ti puoi immaginare di tutto e pensare pure che in questa spiaggia di sabbia nera durante la notte, quando non c’è nessuno possa davvero accadere di tutto. Incluso l’arrivo di foche… E’ un’altra leggenda a suggerirlo ed è quella della pelle di foca a Reynisfjara, uno dei racconti popolari più famosi originari di Myrdalur. La storia si basa sulla convinzione che le foche discendano dagli umani e che una volta all’anno arriveranno sulla terraferma e si libereranno della loro pelle di foca per ballare e cantare per tutta la notte… L’unico rumore che si avverte è quello della risacca.
In ogni caso, non mancano spiegazioni scientifiche alla presenza dei faraglioni: come nel resto del mondo (si pensi a quelli altrettanto famosi ed amatissimi di Capri o ai 12 Apostoli, i maestosi pilastri di pietra calcarea che si ergono dall’oceano, lungo la famosa Great Ocean Road australiana) si tratta di rocce un tempo collegate alle scogliere della terraferma, risultato della grande erosione marina. “Qualunque storia tu scelga di credere, i faraglioni di Reynisfjara sono uno spettacolo da vedere” dicono comunque in Islanda. Ma non solo l’unica attrazione: c’è la splendida grotta marina di Hálsanefshellir e c’è la scogliera di Gardar, composta da perfette colonne di basalto scuro (che richiamano canne d'organo) di origine antichissima, formate dal magma solidificatosi velocemente a contatto dell’aria o dell’acqua. E poi la scogliera ad arco di Dyrhólaey, la cui vista è ugualmente spettacolare.
Il piccolo villaggio di Vík í Mýrdal è l’insediamento abitato più meridionale dell’Islanda e l’unico sulla costa islandese che non ha un porto. La sua fortuna è di essere sorto accanto a questa grande attrazione turistica, anche se la cornice dell’entroterra non è da meno: in lingua islandese il suo nome significa letteralmente “Baia nella valle della palude”, nell’area del ghiacciaio Mýrdalsjökull, che copre la cima del vulcano Katla. Un dotatissimo centro commerciale consente di rifocillarsi con piatti tradizionali e anche di acquistare il sale vera eccellenza dell’Islanda, da quello affumicato a quello aromatizzato con la liquirizia. Torniamo a Reykjavik certi di aver vissuto un’esperienza entusiasmante a Reynisfjara. Ma c’è anche molto altro che dell’Isola resta impresso nel cuore e nella mente…
Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – twitter: @giornalista3









