Kathakali, lo straordinario teatro-danza che in Kerala racconta con i colori del volto le storie della mitologia Indù

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Giovanni Bosi, Cochin / Kerala

E’ una delle più grandi espressioni artistiche del Kerala e risale addirittura ai primi anni del XVII secolo. E’ il Kathakali, un teatro-danza dalle caratteristiche uniche, che si rivela un meraviglioso mix fra la tandava (la danza divina eseguita dal dio indù Shiva) ed elementi della Lasya (la danza della dea Parvati che esprime felicità, grazia e bellezza). Vedere uno spettacolo al Kerala Kathakali Centre, il più antico di Fort Cochin, è un’autentica esperienza.

 

(TurismoItaliaNews) Lo spettacolo è abbastanza lungo e richiede attenzione. Ma riserva sensazioni ed emozioni di cui si ha conto alla fine, ripercorrendo mentalmente quello che si è appena visto. Quando si è a Kochi (o Cochin) e si è visitata la Chiesa di San Francesco d'Assisi, il più antico edificio sacro costruito dai missionari cristiani in India, vale la pena andare al Kerala Kathakali Centre e seguire lo spettacolo che si rivela arte pura. Insomma un piacere visivo.

E sì perché praticamente lo spettacolo inizia ancor prima dello spettacolo vero e proprio. Gli attori che danno vita ai personaggi del Kathakali attinti principalmente dalla mitologia Indù e puranas (esseri umani e demoni come Krishna dal viso dipinto di verde; il principe Bhima, secondo dei Pandava e forma furiosa; Panchali dal volto dipinto di giallo e moglie dei cinque Pandava; il principe Dussasana, il secondo dei Kaurava) realizzano sui loro volti un trucco assolutamente complesso e straordinario, tanto che la trasformazione dei visi, è già una performance da seguire senza distrazioni. La trama della storia -“Duryodhanavadham” ovvero “L’uccisione di Duryodhana” - può apparirci un po’ complessa, ma quel che stupisce è l’insieme delle espressioni, dei movimenti e delle musiche in un’atmosfera che si può vivere soltanto qui.

Il nome Kathakali è infatti la combinazione di due parole Malayalam: “katha” che significa “storia” e “Kali”, che significa “giocare”. E’ dunque una storia recitata che contiene mimo, teatro, musica e recitazione: l’esperienza teatrale in cui si viene assorbiti cattura davvero lo spirito delle storie Kathakali. Gli attori non parlano, ma mettono in scena dei Padam, ovvero dei dialoghi cantati.

“Nel 1930, uno dei più grandi poeti del Kerala, Mahakavi Vallathol Narayana Menon – ci spiegano gli attori del Teatro di Fort Cochi - si è particolarmente impegnato per divulgare questa espressione artistica. Ha fondato l’istituto Kerala Kalamandalam a Cheruthuruthy, sulle rive del fiume Nila (Bharathapuzha) nel Trissivaperur, e qui sono stati insegnati tutti gli elementi tradizionali come percussioni, canto, recitazione e trucco. Gli artisti devono studiare per 8-10 anni sforzandosi fisicamente e mentalmente per diventare un interprete di Kathakali”. Il trucco si rivela una componente essenziale e irrinunciabile e richiede almeno un’ora di preparazione, mentre la scena ha come sottofondo musica classica indiana (che è di due tipi: Hindustani, rappresentativa del nord dell’India, e Karnatic, tipica del sud).

Bellissimi (e pure pesantissimi) i costumi indossati dagli attori, progettati per i vari personaggi mitologici. Sono cinque i tipi principali di design degli abiti, ciascuno con make up e ornamenti espressamente pensati per le caratteristiche del personaggio stesso. Tipi che sono generalmente derivati dal colore predominante applicato sul viso: Pacha (verde, denota personaggi virtuosi e nobili), Kathi (coltello, denota personaggi virtuosi e nobili), Thaadi (barba: se è rossa indica un soggetto aggressivo o demoniaco, se è bianca esseri mitici e favolosi, se è nera tribù e cavernicoli), Kari (nero, caratteri inferiori) e Minukku (lucido, usato per donne, saggi, bramini…).

Forse non è un caso che il Kathakali abbia trovato terreno fertile nel Kerala, stato del sud per eccellenza: da sempre è considerata una regione dell’avanguardia intellettuale. Tra l’altro è caratterizzato dalla presenza di molti cristiani e musulmani. Si dice che il Cristianesimo sia stato introdotto da San Tommaso nel 52 dopo Cristo, o comunque nel I secolo. A documentarlo sono le antiche chiese cristiane siriache e il fatto che i portoghesi, quando arrivarono da queste parti, trovarono cristiani che praticavano il culto ma non avevano idea dell’esistenza del Papa. L'Islam è stato introdotto molto prima dell'invasione Moghul, nel VII secolo, grazie alle migrazioni dai Paesi arabi. Per quanto riguarda l’Induismo, nel Kerala prevale un’interpretazione ortodossa per quanto concerne gli aspetti della vita esteriore, mentre sincretica dal punto di vista del culto.

La città di Cochin (o Kochi) è ritenuta una delle più interessanti dell'India. E' dotata di un aeroporto collegato con quello di Delhi e con la capitale dello Stato, Trivandrum. La zona dove si concentrano i monumenti è Fort Kochi, che occupa il promontorio sull'Oceano Indiano.

 

Kerala Kathakali Centre
K.B. Jacob Road, Fort Kochi – 682-001
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www.kathakalicentre.com

 

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