MOSTRE | Sotto la pelle del mare: “Oceani”, il viaggio di David Doubilet tra meraviglia e fragilità

C’è un confine liquido, sospeso tra luce e abisso, dove il respiro umano incontra il silenzio del mare. È lì che da oltre cinquant’anni si muove David Doubilet, il fotografo americano che ha trasformato l’oceano in una galleria d’arte naturale. A lui è dedicata “Oceani”, la mostra allestita a Villa Bardini di Firenze, dal 21 ottobre 2025 al 12 aprile 2026, un evento che segna la prima esposizione italiana interamente consacrata alla sua opera. Promossa da Fondazione Cr Firenze e Gallerie d’Italia, in collaborazione con National Geographic, l’esposizione raccoglie oltre 80 immagini iconiche che raccontano la bellezza e la vulnerabilità del mondo sottomarino.
(TurismoItaliaNews) Entrare a Villa Bardini, con le sue sale panoramiche che si affacciano sui tetti di Firenze, significa tuffarsi in un’altra dimensione: quella dei fondali corallini, delle acque polari, delle creature che sembrano appartenere a un pianeta parallelo. Doubilet ci guida in un percorso visivo suddiviso in undici sale, un vero e proprio viaggio sensoriale attraverso oceani e continenti, dall’Australia all’Antartide, dai Caraibi agli atolli della Polinesia. Ogni fotografia è una finestra su un mondo che pulsa di vita e colore, ma che oggi vive sotto la minaccia dell’inquinamento, del riscaldamento globale e della distruzione degli habitat marini.
Nato a New York nel 1946, Doubilet ha iniziato a fotografare sott’acqua a soli dodici anni, proteggendo la sua macchina fotografica con una sacca respiratoria di gomma. Da quel momento, il mare è diventato la sua casa, e la fotografia il suo linguaggio. Collaboratore storico del National Geographic, ha firmato decine di reportage che hanno fatto scuola, unendo rigore scientifico e poesia visiva. La sua tecnica più celebre, la “over/under”, permette di catturare in un unico scatto la superficie e il fondale, il mondo dell’aria e quello dell’acqua, come in una metafora della connessione profonda tra uomo e natura.
Tra le immagini più suggestive in mostra, spicca una fotografia aerea che ritrae un piccolo velivolo sorvolare la Grande Barriera Corallina australiana, trasportando subacquei verso un’area di immersione. Un’immagine che condensa l’essenza del suo lavoro: il fragile equilibrio tra la presenza umana e la magnificenza dell’ambiente marino. Altre fotografie raccontano il gioco elegante delle tartarughe, la danza dei pesci tropicali, le geometrie delle meduse, i riflessi ipnotici del ghiaccio polare. In ogni scatto, la precisione del documentarista si intreccia con lo stupore dell’artista, restituendo la complessità di un ecosistema tanto affascinante quanto minacciato.
“Oceani” non è solo una mostra fotografica: è un manifesto poetico e civile. Doubilet, con la forza silenziosa delle sue immagini, invita il visitatore a riflettere sulla fragilità del pianeta blu, a riscoprire quel senso di appartenenza che ci lega agli abissi e alle correnti. Ogni fotografia è una richiesta di rispetto, un invito a fermarsi e guardare, a sentire quanto l’acqua che scorre sotto la lente del fotografo sia la stessa che scorre nelle nostre vite.
E se la visione delle sue opere ci immerge in un altro mondo, anche la cornice di Villa Bardini contribuisce a rendere l’esperienza unica: un luogo sospeso tra arte e natura, tra giardini panoramici e sale d’esposizione che sembrano respirare insieme alle immagini proiettate sui muri. Per chi volesse prolungare questa immersione sensoriale, Firenze offre un rifugio perfetto: l’Hotel Botticelli, nel cuore del centro storico, dove il fascino rinascimentale incontra l’intimità di un’accoglienza discreta.
Con “Oceani”, Firenze si trasforma in un punto d’incontro tra terra e mare, arte e scienza, emozione e consapevolezza. Doubilet non si limita a mostrare la bellezza del mondo sottomarino: ci ricorda che ogni onda, ogni corallo, ogni respiro d’acqua è parte di un racconto comune — il nostro. E che, forse, solo imparando di nuovo a guardare sotto la superficie potremo salvare ciò che ancora vive nelle profondità del mare.