Sarzana l’Impavida sfida il tempo e punta al futuro: il borgo ligure corre per diventare Capitale Italiana della Cultura 2028

C’è una città in Liguria che non teme il futuro. La chiamano “l’Impavida”, appellativo antico che oggi risuona come un manifesto d’intenti. Sarzana, perla della Val di Magra e cuore pulsante della Lunigiana storica, si candida ufficialmente a Capitale Italiana della Cultura 2028, aprendo un nuovo capitolo della sua storia millenaria, fatta di arte, ospitalità e rinascita.
(TurismoItaliaNews) Posta all’estremo levante ligure, Sarzana è da sempre un crocevia di popoli e di idee. Le sue vie medievali, i portali in pietra serena, le torri e le fortezze raccontano un passato di commerci, di pellegrini e di confini. Qui si incontrano la Via Francigena e la Via della Costa, due grandi arterie europee che uniscono spiritualità e scoperta, cultura e cammino. Oggi la città guarda avanti, immaginando il futuro come punto d’incontro di rotte artistiche, commerciali e culturali, tra Liguria e Toscana, tra mare e monti, tra tradizione e innovazione.
La candidatura: un progetto di rinascita culturale
Il percorso verso la candidatura è iniziato da tempo. L’amministrazione comunale, con il supporto dell’agenzia di marketing territoriale Beside, ha avviato un lavoro capillare per definire l’identità contemporanea di Sarzana e raccontarla attraverso una nuova immagine, capace di attrarre visitatori, investimenti e creatività. “Negli ultimi anni – spiega l’assessore Giorgio Borrini – Sarzana ha registrato una delle più alte crescite percentuali di arrivi turistici in Liguria. Questo grazie a un chiaro posizionamento e alla capacità di proporre esperienze di qualità, legate alla cultura, alla sostenibilità e all’autenticità del territorio. La candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2028 è il naturale coronamento di questo percorso”.
Un palcoscenico d’eccellenza tra fortezze, arte e festival
Camminare per Sarzana significa entrare in un borgo fortificato perfettamente conservato, dove le mura cinquecentesche, i quattro torrioni e le eleganti vie Bertoloni e Mazzini accompagnano i visitatori da Porta Parma a Porta Romana. Qui si affacciano botteghe d’arte, gallerie, caffè letterari e librerie, che fanno della città un piccolo laboratorio di cultura diffusa. I simboli della città sono le due imponenti fortezze: Firmafede, di origine pisana, e Sarzanello, antica residenza vescovile. Entrambe oggi ospitano mostre, eventi e manifestazioni di respiro nazionale. Tra queste spicca il Festival della Mente, organizzato dalla Fondazione Carispezia, primo festival europeo dedicato alla creatività e al pensiero. Non a caso, Sarzana figura ormai stabilmente nei tour internazionali accanto a Pisa e Firenze, come tappa d’arte imperdibile per chi attraversa il confine tra Liguria e Toscana.
Luni: l’antica madre romana
A pochi chilometri dal centro, si apre un altro scrigno di meraviglie: Luni, l’antica colonia romana da cui la città trae le sue origini. Qui, tra le rovine dell’anfiteatro e del foro, la storia si respira a ogni passo. Il Museo Archeologico Nazionale, la Casa dei Mosaici, il Tempio di Diana e il santuario della dea Luna raccontano una civiltà fiorente e cosmopolita, affacciata sul mare e già crocevia di culture mediterranee. In questo scenario unico nasce anche un’eccellenza enogastronomica: i Colli di Luni Doc, vini tra i più premiati della Liguria, ambasciatori del territorio nel mondo.
Una città che non ha paura di sognare
Sarzana, “l’Impavida”, non si limita a custodire il suo passato: lo trasforma in motore di futuro. La candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2028 non è solo un titolo, ma una visione: rilanciare la città come modello di turismo sostenibile, di partecipazione civica e di innovazione creativa. Un luogo dove la bellezza non è nostalgia, ma progetto. Dove il tempo non si ferma tra le mura antiche, ma riparte da esse, verso nuovi orizzonti.
In sintesi: Sarzana si prepara a una nuova sfida, fedele al suo nome e alla sua storia. L’Impavida non teme il domani — lo costruisce, passo dopo passo, come ha sempre fatto nei secoli.
Direzione artistica e Comitato Scientifico
La direzione della candidatura è affidata a Umberto Croppi, manager culturale, presidente dell’Accademia di Belle Arti di Roma, già assessore alla Cultura del Comune di Roma, presidente della Quadriennale e direttore di Federculture. Il comitato scientifico è presieduto da Egidio Banti, figura storica di Sarzana e tra i maggiori conoscitori delle radici della comunità sarzanese. Lo affiancano: Elena Granata, urbanista e docente al Politecnico di Milano, tra le voci più autorevoli in Italia in tema di città e sostenibilità; Alberto Bassi, storico e critico del design, docente allo Iuav di Venezia e presidente del cluster Made in Italy; Marco Dallari, pedagogista e scrittore, già professore ordinario all’Università di Trento; Massimiliano Valerii, filosofo e direttore generale del Censis; Paolo Giulierini, direttore del Maec di Cortona e già del Mann di Napoli; Eike Schmidt, direttore del Museo di Capodimonte e già degli Uffizi; Luca Nannipieri, critico d’arte e docente all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila; Benedetta Marietti, direttrice del Festival della Mente; Rachele Buriassi, étoile internazionale; Alessandra Guerrini, direttrice dei Musei Nazionali Liguri; Pietro Folena, politologo ed ex presidente della Commissione Cultura della Camera; Andrea Cerri, direttore del Teatro Impavidi; Lola Duran Ocar, curatrice d’arte contemporanea; Maurizio Caporuscio, giurista e Magistrato in quiescenza; Francesca Taliani, docente dell’Accademia di Belle Arti di Carrara; Barbara Sisti, direttrice del Museo Diocesano; Gianluca Marcianò, direttore d’orchestra.
Il Ministero della Cultura ha già riconosciuto il valore della proposta con un investimento destinato alle Fortezze di Firmafede e Sarzanello, cuore del futuro Parco Urbano delle Fortezze e simbolo della rigenerazione culturale che Sarzana intende offrire come modello nazionale.