A tu per tu con il Lupo di Gubbio: l’insolita esplorazione tra arte, fede e leggenda nell’altro cuore dell’Umbria francescana
Giovanni Bosi, Gubbio / Umbria
Tra le pietre antiche dei suoi palazzi medievali e il silenzio delle sue chiese, a Gubbio – la più bella città medievale (come recita un amatissimo cartello turistico d’antan che accoglie il viaggiatore alle porte del borgo) torna a risuonare l’eco di una delle storie più affascinanti della spiritualità italiana: quella dell’incontro tra San Francesco e il lupo. Un racconto che parla di pace, fiducia e riconciliazione con la natura, e che oggi rivive nel grande progetto espositivo diffuso “San Francesco e Frate Lupo. L’arte racconta la leggenda dell’incontro”, visitabile fino al Museo Civico di Palazzo dei Consoli, al Museo Diocesano e alle Logge dei Tiratoi della Lana. Per la prima volta oltre 250 opere tra dipinti, sculture, ceramiche, manoscritti, incisioni e libri illustrati, provenienti da musei, archivi, biblioteche e collezioni private italiane ed estere, si possono ammirare insieme in questo itinerario.
(TurismoItaliaNews) La mostra, pensata in occasione dell’ottavo centenario della morte del Santo di Assisi, è un percorso emozionante attraverso secoli di arte, cultura e fede, che unisce il rigore della ricerca storica alla forza evocativa dell’immaginazione. “Francesco è un santo rivoluzionario e contemporaneo - spiegano i curatori - con il suo messaggio di fraternità universale e amore per il Creato, anticipa temi oggi fondamentali come la pace, l’ecologia e il dialogo tra i popoli”. L’esposizione è il primo grande evento interamente dedicato a questo episodio epico, raccontato per la prima volta negli Actus beati Francisci et sociorum eius e poi reso immortale dai Fioretti di San Francesco. A partire dal Trecento, l’immagine del “lupo ammansito” divenne simbolo di riconciliazione e di armonia tra uomo e natura. Non a caso, nel 1979 Giovanni Paolo II ha proclamato Francesco “patrono dei cultori dell’ecologia”: un titolo che oggi appare più attuale che mai.
Il racconto prende forma in tre sedi, ognuna con un’anima diversa. Al Museo Civico di Palazzo dei Consoli, baricentro della mostra, il visitatore viene accolto da un viaggio visivo che attraversa sei secoli di arte: dai codici miniati del Quattrocento ai dipinti ottocenteschi, fino alle interpretazioni contemporanee. Spiccano capolavori come il Miracolo del lupo di Gubbio tratto dal manoscritto Specchio dell’Ordine Minore della Biblioteca della Porziuncola di Assisi, e il celebre dipinto L’incontro tra San Francesco e il Lupo (1877) del francese Luc Olivier Merson, dove la dolcezza della scena invernale si intreccia con la sacralità del gesto. E in questa sede l’Immersive Box si rivela un “ascensore nel tempo”: i capolavori artistici che parlano del suggestivo incontro fra Francesco e il Lupo diventa un’autentica immersione tridimensionale nei quadri che hanno interpretato l’episodio, fino a trovarcisi dentro, con una sensazione di coinvolgimento che è fantastica. Già questo vale da solo la visita alla mostra, senza considerare tutto il resto (altrettanto interessante). Un percorso sensoriale che unisce la storia all’emozione, restituendo alla leggenda il suo respiro umano e spirituale.
Alla Loggia dei Tiratoi della Lana, le creazioni di ceramica – altro vanto di Gubbio – rileggono la storia e la riproducono attraverso preziose quanto delicatissime opere che arrivano dal passato. Il Museo Diocesano, invece, esplora la diffusione del mito fuori dai confini eugubini, con opere provenienti da Assisi, Napoli, Urbino e Roma. Qui il visitatore scopre la fortuna iconografica del tema nei secoli: dalle incisioni cinquecentesche al Sigillo delle Custodie di Perugia, Città di Castello e Gubbio del 1716, fino alle riletture novecentesche di artisti come Pericle Fazzini e Gerardo Dottori.
Accanto alle opere d’arte, la mostra dedica un’ampia sezione ai Fioretti di San Francesco, la raccolta di episodi che più di ogni altra ha contribuito a diffondere nel mondo l’immagine poetica e umana del Santo. I volumi esposti — edizioni illustrate, manoscritti miniati, ma anche fumetti e graphic novel — raccontano come la figura di Francesco abbia attraversato epoche, stili e linguaggi, ispirando generazioni di artisti e lettori. Un’altra curiosa sezione è dedicata alle cartoline postali e devozionali che, a partire dal primo Novecento, hanno contribuito a diffondere l’iconografia del “patto di pace” tra Francesco e il lupo. Da Gubbio a Parigi, da Assisi a Buenos Aires, le immagini riprodotte su piccoli cartoncini raccontano come la leggenda sia diventata patrimonio collettivo, simbolo di riconciliazione e fiducia.
“La mostra è un invito a riscoprire il volto più umano e moderno di Francesco - commenta uno dei curatori - ma anche un modo per conoscere Gubbio, città che più di ogni altra conserva intatto il legame con la storia del Santo e con i luoghi della leggenda”. “Per noi è un appuntamento importante, attraverso il quale intendiamo riaffermare il ruolo della Città dei Ceri con il Poverello di Assisi – sottolinea l’assessore alla cultura e al turismo Paola Salciarini – in effetti non è solo un’esposizione, ma un vero itinerario spirituale e turistico: dai chiostri del convento di San Francesco alla Chiesa della Pace, passando per i panorami che guardano verso l’Appennino, il visitatore può ripercorrere i passi del Santo e del suo ‘fratello lupo’, scoprendo un’Umbria che parla ancora il linguaggio semplice e potente della natura e della fede. E’ in definitiva un’esperienza che unisce arte e meditazione, passato e presente. Un’occasione unica per ammirare opere straordinarie, ma anche per ascoltare - nel silenzio mistico di Gubbio - l’eco di una voce antica che continua a ispirare il mondo”. Come scriveva Adolphe Giraldon nel 1929, osservando il celebre dipinto di Merson: “Sotto la luce velata di un giorno d’inverno, il lupo, avvolto da un alone dorato, si avvicina fiducioso all’uomo che non ha paura. È un soffio d’amore e di dolcezza che attraversa la scena come l’anima stessa del Santo di Assisi”.
E forse è proprio questo il miracolo che la mostra di Gubbio restituisce al visitatore: la possibilità, per un momento, di credere ancora che anche il lupo - dentro o fuori di noi - possa essere ammansito.
La mostra è promossa dal Comune di Gubbio, dalla Chiesa Eugubina, dal Museo Civico di Palazzo dei Consoli e dal Museo Diocesano di Gubbio, con l’organizzazione e il sostegno di Opera Laboratori. Il catalogo è edito da SilvanaEditoriale e curato da Cristina Galassi ed Ettore A. Sannipoli.











