Francia, il “faro” di Le Havre: il capolavoro di Auguste Perret è la gigantesca chiesa di Saint Joseph, simbolo del ventesimo secolo [ VIDEO ]
Giovanni Bosi, Le Havre / Francia
Qualcuno l’ha definita il faro della fede. Altri il faro della nuova città, quella nata con la rivoluzione urbanistica di Auguste Perret, l’architetto chiamato a ricostruirla letteralmente dopo la distruzione dei bombardamenti inglesi durante la seconda guerra mondiale. Oggi a Le Havre, affacciata sul Canale della Manica, in Normandia, culla dell’Impressionismo, la chiesa di Saint Joseph è il simbolo della città del ventesimo secolo. Vertigine estetica e spirituale, ecco perché.
(TurismoItaliaNews) La grazia del cemento, la bellezza del vetro, l’elevazione dello spirito... A Le Havre sintetizzano così la particolarità della moderna chiesa firmata da Auguste Perret. Che amava dire: “Per raggiungere la bellezza originaria, l’artista deve esaltarsi nella semplicità”. St. Joseph a ben guardare, non è affatto semplice, nel senso che per concepirne il progetto il suo creatore ha dimostrato di avere un’incredibile capacità di visione. Il perché lo si intuisce entrando nell’edificio sacro: se da fuori può destare impressioni discordanti, è dal di dentro che si apprezza per intero la complessità tecnologica. “Sì, è davvero un edificio fuori dal comune – sottolinea Eric Baudet, direttore della communication Relation press dell’Office de Tourisme di Le Havre Etretat - le dimensioni gigantesche e uno stile d’oltre Atlantico ne fanno una delle più notevoli realizzazioni del ventesimo secolo in Francia. Inconfondibile e identificabile già da lontano, dalla terraferma come dal mare, con la sua aria da grattacielo di New York, celebra dall’alto dei suoi 107 metri la rinascita della città ed è diventata il nuovo simbolo di Le Havre”.
Auguste Perret ha saputo donare al cemento una leggerezza inaspettata e la complicità fra il “poeta del cemento” e il “maestro del vetro” Marguerite Huré ha creato la magia della torre-lanterna, dove ben 12.768 vetrate multicolori regalano ai visitatori un’emozione mistica. I numeri sono da capogiro considerando le dimensioni e soprattutto l’altezza della chiesa: per la sua costruzione sono stati utilizzate 700 tonnellate di acciaio e 50.000 di cemento; il blocco di fondazione, con una superficie di 2.000 mq, è poggiata su 71 pali “Franki” di 15 metri di lunghezza, con 16 pilastri posati su altrettanti pozzi intubati in cemento armato di 1,45 metri di diametro e 15 metri di profondità. L’altezza è esterna è pari a 107 metri; l’altezza del campanile (sotto soffitto) è di 84 metri. Praticamente è visibile a chilometri di distanza e dalla città è diventata un punto di riferimento, un vero e proprio faro per gente di terra o di mare che sia. A dominare è proprio il suo campanile, vero e proprio simbolo di vita, faro spirituale che si eleva, rivolto al cielo, per meglio accompagnare verso l’alto la preghiera dei fedeli.
Difensore e promotore dell’utilizzo del cemento, Auguste Perret ha saputo conferisce a questo materiale una certa nobiltà. Nel disegnare il progetto della nuova chiesa, la pensa anche come monumento alla memoria delle vittime della guerra, ispirandosi ad un vecchio progetto del 1926, quello della chiesa votiva di Santa Giovanna D’Arco, originariamente destinata a Parigi.
“Perret, Niemeyer e Nouvel sono tre maestri per un’unica ambizione architettonica e una stessa ispirazione: Le Havre, oggi Patrimonio dell’Unesco per la modernità della sua ricostruzione – evidenzia Benoit Remy, direttore dell’Ufficio del Turismo - dai Giardini Pensili, omaggio agli esploratori-botanici, che dominano l’estuario della Senna, al MuMa (Museo d’Arte Moderna ‘André Malraux’) dove sono conservate molte fra le opere più belle dell’Impressionismo, senza dimenticare qualche gioiello del XVIII secolo come la Maison de l’Armateur, la Casa dell’Armatore...”. E Le Havre, Porta dell’Oceano, propone un’offerta culturale ricca e varia da scoprire nei diversi quartieri. Attività nautiche e balneari e grandi festival completano la panoramica di una città-porto, vero crocevia di mondi e di sapori.
Per saperne di più
www.lehavretourisme.com
www.france.fr/it
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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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