Ma quanta arte c’è intorno alla Malvasia emiliana? Suggestiva marcia di avvicinamento al Museo del Vino di Sala Baganza, fra personaggi imprevedibili

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Giovanni Bosi, Sala Baganza / Parma

Ma quanta arte c’è intorno alla Malvasia emiliana? Un vitigno antichissimo, vini generosi che da secoli si producono nei territori di Piacenza e Parma, vignaioli che nel tempo hanno saputo dare vita a produzioni ormai di altissima qualità ed un legame strettissimo con i luoghi che sono uniti a doppio filo a questa tradizione. Dimostra tutto il Museo del Vino di Sala Baganza, allestito nelle suggestive cantine della Rocca Sanvitale, tappa imperdibile dei Musei del Cibo della provincia parmense. Un luogo in cui arrivare attraverso una suggestiva marcia di avvicinamento… Ecco in che modo.

 

(TurismoItaliaNews) Parliamoci chiaro: per capire fino in fondo luoghi, personaggi, storie e vivere suggestioni che ti rimangono impresse, devi andare alla scoperta di tutto questo insieme alle persone giuste. Persone di cui il viaggiatore mette insieme i racconti, le passioni, gli aneddoti, le vocazioni, per ricavare un racconto – uno storytelling si dice oggi – che ti restituisce la giusta dimensione di quanto vedi. Perché non basta guardare per capire. Questo è l’approccio migliore per andare alla scoperta delle attrazioni del Piacentino e del Parmense, dove la storia si intreccia con l’arte, che a sua volta ti dimostra quanto siano radicate certe eccellenze che il mondo intero ci invidia: dal vino al prosciutto, fino a Parmigiano Reggiano e Grana Padano, passando per molte altre.

Benedetto Antelami (Val d'Intelvi, 1150 circa – 1230 circa), nel Battistero di Parma la splendida statua che raffigura il vendemmiatore

Nel Castello di Torrechiara un affresco del pittore di origini cremonesi Cesare Baglione (1550-1615) propone un pergolato in cui due colombe – simbolo del “nido” d’amore degli antichi padroni di casa – sono dolcemente posate in mezzo a tralci, foglie e grappoli d’uva

Rocca Sanvitale, Sala Baganza (Parma)

Sala Baganza, dunque. Ma prima di arrivare qui, non si possono mancare due tappe (perché ne vale davvero la pena…): a Parma il Battistero di San Giovanni Battista in Piazza Duomo e a Langhirano il Castello di Torrechiara. Perché? Nel primo "la vite e il vino sono raccontati dalle sculture di Benedetto Antelami (Val d'Intelvi, 1150 circa – 1230 circa), in particolare con la splendida statua che raffigura il vendemmiatore" sottolinea Elisabetta Rastelli, nostra guida tra le bellezze di Parma. A Torrechiara un affresco del pittore di origini cremonesi Cesare Baglione (1550-1615) propone un pergolato in cui due colombe – simbolo del “nido” d’amore degli antichi padroni di casa – sono dolcemente posate in mezzo a tralci, foglie e grappoli d’uva. Documenti incredibili di come l’arte della vitivinicoltura sia qui una pratica ultramillenaria. Del resto, basta pensare a come e quando è arrivata da queste parti la Malvasia, giusto per rimanere in tema.

Quella Malvasia che - si scopre – ha avuto testimonial del calibro di Giuseppe Garibaldi, innamoratosi della Malvasia di Maiatico (e della padrona delle vigne); e persino Giuseppe Verdi, che nei momenti di “maggior tristezza o malinconia inoperosa” risollevava lo spirito proprio con un bicchiere di Malvasia. Così come i viaggiatori del Grand Tour tra Sei e Settecento, come il medico Edward Brown nel 1667 e François Leblanc una ventina di anni più tardi, che hanno riferito le loro esperienze. Oggi racconta tutto, con dovizia di documenti, il Museo del Vino di Sala Baganza, di fatto “la cantina dei Musei del Cibo”, inclusi i segreti del vino tra archeologia, lavorazione e produzione.

Ma quanta arte c’è intorno alla Malvasia emiliana? Suggestiva marcia di avvicinamento al Museo del Vino di Sala Baganza, fra personaggi imprevedibili

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Ma quanta arte c’è intorno alla Malvasia emiliana? Suggestiva marcia di avvicinamento al Museo del Vino di Sala Baganza, fra personaggi imprevedibili

Un percorso espositivo e sensoriale voluto al centro di una zona vocata da secoli alla produzione vitivinicola, che attraverso sei differenti sezioni approfondisce ogni aspetto, concludendo l’itinerario in modo decisamente spettacolare: al discesa nell’affascinante ghiacciaia rinascimentale che si trasforma in un’esperienza avvolgente per il visitatore. E comunque appena prima di arrivare alla sperimentazione diretta: la degustazione nell’enoteca nei sotterranei della Rocca, che solletica ognuno dei cinque sensi.

“La prima sala, allestita in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale – ci spiegano durante la visita - è dedicata all’archeologia del vino nel Parmense, con oggetti e immagini provenienti dagli scavi del territorio, che testimoniano come sia nato proprio in questa zona, introdotto dalle popolazioni celtiche, il modo ‘moderno’ di bere il vino, schietto e in bicchieri, abbandonando l’uso greco e latino di vini annacquati e speziati”. Fino alla ghiacciaia rinascimentale dove le immagini proiettate a 360° raccontano, nel cuore del museo, il ruolo della vite e del vino nel rito, nella storia e nell’arte, immersi in una cultura millenaria ricca di tradizioni.

Ma quanta arte c’è intorno alla Malvasia emiliana? Suggestiva marcia di avvicinamento al Museo del Vino di Sala Baganza, fra personaggi imprevedibili

Ma quanta arte c’è intorno alla Malvasia emiliana? Suggestiva marcia di avvicinamento al Museo del Vino di Sala Baganza, fra personaggi imprevedibili

In sostanza il Museo è la sintesi di un viaggio nella terra della Malvasia e di altri vini blasonati emiliani. E dunque u"na tappa imperdibile, al pari delle visite ai Castelli (che poi sono quelli che aderiscono al circuito dei Castelli del Ducato), alle cantine dove si produce, ai caseifici dove si crea il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, o nei prosciuttifici dove l’arte norcina dà vita al Prosciutto di Parma Dop" sottolinea Silvia Lanzi di Parma Point. Una filiera meravigliosa, in cui vari players mettono in condivisione patrimoni ed esperienze. Con risvolti imprevedibili.

“Nessun altro vino tra il Medioevo e il Rinascimento ha acquisito così tanta fama e solo la Malvasia può vantare una storia così interessante: una storia di viaggi, di commerci tra Oriente e Occidente, testimoniata dalla sua odierna presenza in Croazia, Slovenia, Spagna, Portogallo, Cipro, Macedonia, Grecia e Italia” commenta il direttore del Gal del Ducato, Giovanni Pattoneri. “Questi territori – aggiunge al riguardo Nubia Tagliaferro, european project officer e nello specifico project manager di Malvasia Mith – diventano così attraverso il network internazionale Malvasia Myth attrazioni in un progetto che punta a favorire ed accrescere la conoscenza della storia della Malvasia, delle sue diverse tipologie, stimolando la condivisione di informazioni, esperienze e buone pratiche sviluppate in tutta Europa e nel mondo”. Opportunità di grande rilievo, quindi, anche per il turismo. Il Consorzio di tutela Vini Doc Colli Piacentini, il Consorzio di tutela Vini Doc Colli di Parma, le Strade enogastronomiche dell’Emilia e il Gal del Duocato sono promotori del network nelle due province.

Ma quanta arte c’è intorno alla Malvasia emiliana? Suggestiva marcia di avvicinamento al Museo del Vino di Sala Baganza, fra personaggi imprevedibili

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Per saperne di più
galdelducato.it
castellidelducato.it
collipiacentinidoc.it
viniparma.it
parmapoint.it

 

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